La puntura di insetto e la morte | “Diteci cosa è successo” - Live Sicilia

La puntura di insetto e la morte | “Diteci cosa è successo”

Autopsia sulla donna deceduta a Villa Sofia. Il dolore dei parenti

PALERMO – “Che cosa è successo,? Vogliamo sapere cosa è successo, non si può morire così”, continua a ripetere Rosalia Semprecondio. È la sorella di Elisabetta, 44 anni, morta due giorni fa all’ospedale Villa Sofia. Nel pomeriggio è stata eseguita l’autopsia al reparto di Medicina legale del Policlinico, disposta dal pubblico ministero Salvatore Leopardi dopo che i familiari hanno presentato una denuncia ai carabinieri. I risultati, però, si avranno nei prossimi mesi.
Elisabetta Semprecondio avvertiva stanchezza e uno strano mal di testa. Alla sorella disse di averne parlato con il medico, da cui era stata rassicurata. Era normale, dipendeva dalla Tac. Così la donna diceva in uno degli ultimi messaggi vocali girati ai parenti. E con messaggio di testo e audio che comunicava da quando il 4 giugno scorso era stata ricoverata nel reparto di Medicina interna. Aveva il piede e il polpaccio gonfi per via di quella che sembrava una puntura di insetto. Aveva avvertito il fastidio a casa, il 4 giugno, mentre sbrigava le faccende domestiche. Dopo il ricovero niente più visite.

L’avvocato: “Tante cose da chiarire”

Il perché emerge ancora una volta dai messaggi. La donna era stata sottoposta a quattro tamponi, tutti negativi, per accertare se avesse contratto il Coronavirus. “Ed anche a una visita ginecologica – racconta l’avvocato Giulio Bonanno che ha accompagno i figli della donna in caserma dai carabinieri per la denuncia -. Mi risulta incomprensibile cosa c’entri tutto questo con la puntura d’insetto. La donna è stata monitorata per quattro giorni e sarebbe morta per un’embolia al cervello. Ci sono diverse cose che dovranno essere chiarite”.
“I suoi figli l’hanno vista tre volte attraverso il monitor”, aggiunge la sorella. Dal 4 al 9 giugno resta in Medicina Interna: “L’ultima volta l’ho sentita a pranzo, giorno 9. Stava male. Mi ha detto di riferire al figlio più piccolo che si sarebbero sentiti dopo. Era stanca e aveva mal di testa. E adesso c’è un figlio che non riceverà più la chiamata della madre”.

Quel giorno, di sera, di telefonata, infatti, ne arrivò una dall’ospedale. È stato necessario un intervento chirurgico. Ha avuto un’embolia. Sette giorni dopo, il 17 giugno, la donna muore.
Solo i periti che hanno eseguito l’autopsia potranno stabilire di cosa si tratti e qual è la causa del decesso. Alla magistratura, invece, il compito di chiarire se alla donna siano state somministrate tutte le cure necessarie – innanzitutto per la puntura dell’insetto – oppure, come sostengono i parenti, ci sia stata negligenza e imperizia da parte dei medici. La sequenza dei messaggi ricostruisce il peggioramento delle condizioni cliniche. Il dolore al piede che le impediva di poggiarlo, i problemi intestinali, il mal di testa e il senso di stanchezza. Infine, la tragica morte.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI