Orlando esce a testa alta: "Solo io ho la maggioranza, da soli non vincono"

Orlando esce a testa alta | “Solo io ho la maggioranza”

Foto di repertorio
Le parole del sindaco al termine della lunga giornata che lo riconferma alla guida. "Da soli non vincono"

PALERMO – Dopo otto ore di consiglio comunale, i numeri hanno deciso: Leoluca Orlando resterà sindaco di Palermo. La mozione di sfiducia presentata da diciannove consiglieri dell’opposizione si è scontrata contro il muro della maggioranza, che al netto dell’assente Valentina Caputo ha votato compatta contro l’atto. Per sfiduciare Orlando e la sua giunta sarebbero serviti almeno ventiquattro voti.

“C’è chi si vergognava che ci fossero i Cinque stelle, c’è chi si vergognava ci fosse la Lega di Salvini”, commenta il sindaco nella conferenza stampa al termine della seduta fiume, nel descrivere “quella che si chiama un’alleanza per distruggere. C’è stato un momento in cui pensavo non arrivassero neanche a diciannove – aggiunge – tanta era la distanza fra loro”. Sui consiglieri che hanno votato a suo favore, invece, taglia corto: “Credo che la tenuta della maggioranza sia stata inossidabile”. O quantomeno, lo è stata nel momento del bisogno: dopo la mozione di oggi non è più possibile presentarne un’altra, così il Professore può ora avviarsi spedito verso la fine del mandato nel 2022.

Orlando ribadisce quanto sostenuto durante il proprio intervento in Aula, come raccontato nella diretta di Live Sicilia: “Dietro ognuno di questi problemi c’è un’ossessione: Ztl, migranti, coppie omosessuali, arte. E dietro ognuna di queste censure sentiamo una ‘inadeguatezza’, ma perché abbiamo l’asticella talmente in alto che non siamo contenti – dice riferendosi all’operato della giunta, oggi in Aula al completo -. Dimostrerò ai consiglieri delle minoranze che da soli non vincono, ma in ogni caso la missione non è completata”.

“Questo governo è una unione di minoranze, in cui nessuno ha la maggioranza. Solo io, perché sono riuscito a mettere insieme queste minoranze, ma questo perché avere una visione finisce con l’unirle”. Poi una domanda, aperta ma, alla luce dei risultati ottenuti in serata, dal sapore fortemente retorico: “Possiamo garantire che la visione rimanga con un sindaco diverso da me? Se dovessi accorgermi che non c’è la condivisione di visione, la spina la stacco io”.


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