Dal sogno alla fuga: ascesa e caduta dei Tuttolomondo - Live Sicilia

Dal sogno alla fuga: ascesa e caduta dei Tuttolomondo

I giorni palermitani di Arkus Network
FALLIMENTO VECCHIO PALERMO
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Giudicateci dai fatti“. Questa una delle prime frasi dette dai fratelli Tuttolomondo al loro arrivo a Palermo, a pochi giorni dal definitivo passaggio delle quote dell’U.S. Città di Palermo nelle mani di Arkus Network (3 maggio 2019, con un atto a firma del notaio Fabio Gattuso). Dalla conferenza in stile hollywoodiano (8 maggio 2019) con tanto di slide proiettate alla mancata iscrizione al campionato di Serie B, fino ad arrivare all’operazione della guardia di finanza “Tempi supplementari” che oggi ha portato in carcere Walter e Salvatore Tuttolomondo.

In mezzo tante promesse, puntualmente non mantenute, e dichiarazioni sopra le righe per cercare di calmare una piazza infuriata. “Mi vede preoccupato?” è stato il tormentone dell’estate. Eppure tra la gente c’era, da una parte chi dava fiducia ai due fratelli Walter e Salvatore, e chi invece nutriva particolare scetticismo.

La trattativa che portò al comando del club di viale del Fante Arkus Newtork, tramite la società veicolo Sporting Network, fu particolarmente travagliata e inaspettata. In corsa vi erano due gruppi: il solido hedge fund americano York Capital Management e proprio il gruppo della famiglia Tuttolomondo. Alla fine a spuntarla furono proprio i secondi che, da “sconosciuti“, grazie alla grande capacità oratoria di Salvatore Tuttolomondo, direttore finanziario del sodalizio, e l’intermediazione dei palermitani Alessandro Albanese (nominato presidente, poi dimessosi) e l’advisor Vincenzo Macaione, riuscirono a ritagliarsi anche un’importante fetta di “consenso“.

Giornata spartiacque della loro avventura siciliana, però, è stata la “drammatica” serata del 24 giugno, data ultima per completare e  presentare la domanda di iscrizione al campionato di Serie B. Ventiquattro ore infauste, col club rosanero che non riuscì a produrre tutta la documentazione per essere ammesso al torneo cadetto. Un faldone carente in parecchi aspetti e condizioni fondamentali: la fideiussione da 800 mila euro su tutte. Poi le rassicurazioni di Tuttolomondo e la Pec inviata alle 23.59 hanno attenuato solo leggermente la paura dei tifosi. Timori che però sono divenuti realtà nella giornata successiva, quando è emersa la notizia della presunta truffa subita dal club da parte di un broker (Carlo Camilleri) che avrebbe dovuto “mediare” tra il Palermo e la società bulgara Lev Ins. I Tuttolomondo vanno via, in città restano solamente Fabrizio Lucchesi, direttore generale della società di viale del Fante, e Roberto Bergamo (il 3 luglio 2019 nominato presidente) che finirono per lasciare lo stadio scortati dalla Digos.

Da lì una sfilza di comunicati, Pec e videomessaggi utili ad aumentare solamente la rabbia e il rammarico della gente. Fino a cadere nel dimenticatoio, anzi, a restare nella mente dei palermitani come coloro che hanno fatto fallire il Palermo Calcio.

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