Riprogrammare i fondi strutturali per dare linfa al Mezzogiorno e alla Sicilia. La pratica oggi è sul tavolo del governo nazionale che deciderà in merito alla redistribuzione delle risorse. La Regione Siciliana, attacca l’opposizione, si presenta all’appuntamento in ritardo. Carte alla mano, è stata l’ultima regione d’Italia ad approntare una delibera di giunta ad hoc, dice il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, che coglie la ghiotta occasione e attacca frontalmente il Presidente Musumeci “impegnato a fare passerelle e pensare al rimpasto in un momento così difficile per i siciliani”. Poi traccia un bilancio dell’azione del governo regionale bocciandolo su tutta la linea.
Segretario, oggi il governo nazionale affronta il nodo della riprogrammazione dei fondi strutturali. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
“Ci sarà continuità con l’impegno del governo nazionale in favore del Mezzogiorno, in particolare della Sicilia con un impegno straordinario del nostro Ministro per Sud, Giuseppe Provenzano. Sono in corso le istruttorie da parte degli uffici e siamo sicuri che arriveranno buone notizie per le categorie più deboli, come forestali e famiglie, e i comuni. Certamente verranno liberati 263 milioni di euro per il fondo perequativo e ci saranno circa seicento milioni in più che verranno assegnati ai comuni siciliani in questo momento così difficile. Ogni anno si sono stanziato circa 300 milioni per i comuni, così arriveremo quasi a un miliardo di euro”.
C’è stata sinergia tra il governo nazionale e quello regionale?
“Altro che sinergia, il governo nazionale è stato costretto a coprire con istruttorie in tempi record le gravi mancanze del governo regionale. Mancanze da record e ritardi da record: infatti hanno trasmesso lo schema di accordo con una delibera regionale fatta soltanto il 3 dicembre, il governo la aspettava il 3 maggio. Se questi sono i tempi, considerando che il ministro Provenzano è riuscito a liberare per la Sicilia ulteriori otto miliardi sui fondi strutturali 2021/2027, il Pd proporrà una cabina di regia che accompagni la Regione nella spesa di queste risorse”.
Che cosa comporta avere accumulato questo ritardo?
“Così facendo hanno lasciato nel limbo intere categorie che aspettavano un minimo di ristoro: il governo regionale detiene il record di ultima regione d’Italia che ha discusso l’accordo dei fondi strutturali. Le risorse che stiamo liberando in queste ore per i comuni potevano invece essere liberate all’inizio dell’estate. Il governo evidentemente è stato distratto perché impegnato a discutere del rimpasto e dei posti di sottogoverno, dei deputati che ballano nel centrodestra da un gruppo parlamentare all’altro: ormai abbiamo perso il conto dei cambi di casacca”.
In un momento non esattamente facile per i cittadini siciliani
“Mentre le persone soffrono, sono impegnati nel loro sport preferito: la caccia alle poltrone. E vorrei aggiungere un’altra cosa.”
Prego.
“Quando il governo nazionale ha concesso alla Regione ampi spazi con la spalmatura del disavanzo la contropartita era quella delle riforme attese dai siciliani. Qualcuno ricorda una riforma del governo regionale? No, finora soltanto annunci. Non arriva la riforma dei rifiuti, né quella dei forestali e nemmeno quella dei consorzi di bonifica. L’unica riforma è la sanatoria diffusa che il governo vuole imporre nel testo unico per l’edilizia”.
Nel frattempo il bando regionale “See Sicily” è andato quasi deserto. Che si idea si è fatta di questa vicenda?
“Il bando regionale “See Sicily” che doveva, nelle intenzioni dell’assessore Messina, aiutare le imprese turistiche in questo momento drammatico per il comparto in Sicilia è stato un fallimento: soltanto l’11% degli albergatori ha partecipato. Un fatto imbarazzante. Lo strumento è stato elaborato in modo raffazzonato, con indicazioni e prospettive poco chiare, e non è stato in alcun modo tarato sulle diverse realtà di un settore che in Sicilia è estremamente eterogeneo. Ed infatti, emerge che l’adesione è stata maggiore tra le grandi strutture penalizzando, ancora una volta, le migliaia di piccole realtà ricettive, spesso a conduzione familiare, che rappresentato l’ossatura del sistema turismo in Sicilia. Migliaia di aziende rimarranno ancora una volta da sole a fronteggiare la più grave crisi economica dal dopoguerra ad oggi, senza alcun sostegno da parte del Governo regionale impegnato nella caccia alla poltrona e fare passerelle”.
A quali passerelle si riferisce?
“Penso alla passerella fatta del Presidente della Regione, accompagnato dal precario sindaco di Catania, alla stazione di Fontanarossa, un’opera finanziata dal centrosinistra e sostenuta non soltanto dall’ex sindaco Bianco e dall’ex ministro Del Rio ma oggi fortemente sostenuta e accompagnata dall’impegno del Ministro De Micheli e dal vice Ministro Cancelleri. L’opera vedrà la messa in esercizio ufficiale a fine gennaio e sarà inaugurata dal Ministro De Micheli, trovo insopportabile che il Presidente della Regione invece di dare risposte ai siciliani si metta in giacca e cravatta a fare passeggiate in giro per le opere finanziate en realizzate dagli altri”.
Perché definisce Pogliese un sindaco precario se ha ottenuto il reintegro?
“Lui dice di amare la città, se è così dovrebbe dimettersi. In città non si parla d’altro che del suo percorso giudiziario, della sua prossima udienza invece che dei problemi di Catania e della città Metropolitana. L’attenzione è tutta sulla vicenda personale di Pogliese e non sulla vita amministrativa della città. Invece di dedicarsi al Catania Calcio e parlare di terzini e attaccanti, il sindaco dovrebbe rimboccarsi le maniche e pensare ai problemi veri”.