Tensioni nel clan Laudani "Si sono ammuccati i soldi" - Live Sicilia

Tensioni nel clan Laudani “Si sono ammuccati i soldi”

Le intercettazioni del Gico registrano fibrillazioni tra i vecchi boss e le nuove leve.
INCHIESTA REPORT
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CATANIA – Le nuove leve della mafia sembrano non rispettare alcuni codici. I boss storici sono quasi tutti dietro le sbarre e i vuoti di potere sono colmati da ‘giovani’ malandrini che – forti del nome della famiglia criminale – intascano gli introiti degli affari illeciti, tra cui “droga” ed “estorsioni”. Ma invece di mettere tutto nella “bacinella” farebbero “la bella vita” non garantendo nemmeno “il mantenimento ai detenuti”.

Il clan Laudani di Catania, i Mussi i Ficurinia, dopo il blitz Viceré del 2016 e la morte del patriarca Sebastiano l’anno dopo, ha vissuto un momento di forte tensione interna. L’operazione Report della scorsa settimana mette in luce, grazie alle decine e decine di conversazioni captate attraverso le microspie del Gico della Guardia di Finanza, “una frattura” intestina alla cosca tra le “nuove generazioni” e “gli storici esponenti del clan, come Orazio Scuto” u vetraio. Quest’ultimo ritenuto ‘il leader’ della fazione acese dei Mussi i ficurinia. I giovani rampolli avrebbero speso il denaro del clanin viaggi di piacere”. Si parla di “crociere”. 

In alcune intercettazioni emerge chiaramente “il malcontento” di alcune vecchie guardie come Lucio Brancato, braccio destro di Scuto. E in questi dialoghi si fa il nome di “Ninni” (individuato dagli inquirenti come Antonino Fosco, ndr) e anche l’ex pugile Giacomo Caggegi “sarebbe stato chiamato” dagli anziani “a rendere conto della situazione”. 

Discutendo con la moglie, Brancato si sfoga. È il 17 ottobre 2017 quando il ‘gregario’ del boss Scuto si rende conto di come le risorse “della cassa” comune fossero state “progressivamente dissipate”. Alla vigilia della scarcerazione di Gaetano Ganci ‘Tanu Cavaddu” i vertici si sarebbero resi conto che la riorganizzazione del clan non poteva più essere rimandata. La scelta dei nuovi assetti sarebbe dovuta essere anticipata a una “ricollocazione delle giovani leve”  dei nuovi- si legge negli atti dell’inchiesta coordinata dai pm Marco Bisogni e Tiziana Laudani – “sotto la gestione degli storico appartenenti, ritenuti certamente più saggi”. 

La compagna: “I grossi stanno uscendo”
Brancato: Che è la verità, è la verità! Perchè… esce Tano e tu pensi che non si unisce e che parla con quelli grandi anche
La compagna: stanno uscendo quelli (inc.le).
Brancato: quelli che hanno fatto danno! Questi che hanno fatto?
La compagna: non sti quattro scemuniti! Si sono “ammuccati” i soldi loro e si sono fatti i viaggi.
Brancato: io gli dovrei dire ad uno ad uno a loro,li chiamano quelli grandi “vieni qua! Siccome stiamo facendo una selezione, tu che hai fatto?
La compagna: esatto.
Brancato: “per questa famiglia tu che hai fatto?”
La compagna: “niente mi sono mangiato solo soldi e mi sono fatto i viaggi”
Brancato: “Niente. ho aspettato il mese, arrivato il mese… ah… vabbè vattene a zappare!” Chiama ad un altro. “Tu che hai fatto? Sai io ho rubato tutte queste macchine… “
La compagna: ”ma le ho date a voi” per dire “Ii ho mandati, li ha fatti!”
Brancato: “vabbè… più “megliolino”, forza … Tu che hai fatto? Così man mano. 

Insomma il luogotenente dei Laudani avrebbe voluto far abbassare la “cresta” alle giovani leve che avrebbero lasciato al “verde” le tasche dei vecchi (e detenuti) boss. 

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