"Covid, arrivano più giovani gravi": il caso di una 27enne

“Covid, arrivano più giovani gravi”: il caso di una 27enne

I numeri delle aree d'emergenza. Ecco cosa dicono.
PALERMO, OSPEDALE 'CERVELLO'
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PALERMO- Qual è la situazione del Covid nei pronto soccorso? Siamo nella trincea che regge l’impatto di partenza della pandemia, ecco perché si possono osservare visuali importanti che offrono la diretta degli eventi, non la loro cristallizzazione.

“Casi più gravi tra i giovani”

“Riscontriamo una maggiore presenza di casi più gravi tra i giovani che si presentano con sintomi già in forte evoluzione – dice la dottoressa Tiziana Maniscalchi, facente funzione del primario al pronto soccorso del ‘Cervello -. Non parliamo di adolescenti, ma di persone sotto i quarant’anni con polmoniti importanti, abbiamo avuto anche una donna di ventisette anni in condizioni di gravità e un paio di intubati, appunto, non ancora quarantenni. Prima accadeva più raramente. Perché succede? La mia ipotesi è che, adesso, rispetto alla fase iniziale della malattia, chi è più giovane venga in ospedale in ritardo, magari perché abbiamo un approccio più domestico con il Coronavirus e non chiamiamo l’ambulanza al primo sintomo. E’ giusto non affollare le corsie, ma, ai primi segni di peggioramento, bisogna recarsi presso le strutture sanitarie”.

I numeri del pronto soccorso

I numeri dei pronto soccorso palermitani, fotografati intorno alle cinque del pomeriggio di un mercoledì, dicono questo. Al ‘Cervello’, l’unica area d’emergenza Covid, a Palermo, ci sono trenta pazienti con un indice di sovraffollamento del 145 per cento. Una percentuale consueta e media come numero di accessi giornalieri. Poi ci sono gli altri Ps che trattano tutte le patologie. Alla stessa ora, Villa Sofia ha una sessantina di pazienti, con un indice di sovraffollamento del duecento per cento. Ci sono ventotto persone al Civico, con un indice di sovraffollamento del 127 per cento e sedici al Policlinico ‘Paolo Giaccone’.

I numeri della pandemia in Sicilia

“Siamo tra le regioni italiane che hanno il maggior rispetto dei parametri di ospedalizzazione che vedono una soglia del 30 per cento per le terapie intensive e del 40 per cento per la degenza ordinaria – ha detto oggi all’Ars l’assessore alla Salute Ruggero Razza -. L’Isola in questo momento si trova al di sotto di entrambi i parametri”. Su 10mila abitanti – secondo i dati forniti dall’assessore – la Sicilia è al quinto posto per incidenza dei contagi, al dodicesimo per decessi, settima per tamponi molecolari. Con l’inserimento dei tamponi antigenici, il tasso di positività nell’isola è passato dal 12% al 5%. 


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