PALERMO – Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte di Candida Giammona e del figlio appena nato alla clinica Candela di Palermo. A disporre l’esame autoptico, che si svolgerà giovedì pomeriggio, sono stati il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Righi.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti i quattro medici che hanno avuto in cura la donna. La loro iscrizione al momento è un atto dovuto affinché possano partecipare con un proprio legale o perito all’autopsia.
La mamma di 39 anni ha messo al mondo il suo bimbo con un parto cesareo d’urgenza. Non aveva patologie pregresse e non c’erano stati segnali preoccupanti durante la gravidanza.
“Tutto era programmato – ha spiegato il direttore sanitario, la dottoressa Linda Pasta – ma si è purtroppo trattato di un evento imprevidebile che ha sconvolto drammaticamente anche noi”. In sala operatoria, infatti, qualcosa è andato storto, al punto da rendere necessario il trasferimento d’urgenza all’ospedale Buccheri La Ferla: “La paziente – ha sottolineato Pasta – non aveva alcuna patologia pregressa. La sua era una ‘presentazione clinica’ che può essere comune alle donne in gravidanza, ma che in modo estremamente raro può sfociare in una coagulazione intervascolare disseminata, ovvero la Cid”.