Il sindaco Tranchida rinviato a giudizio per diffamazione

Il sindaco Tranchida rinviato a giudizio per diffamazione

I fatti e le richieste degli avvocati.

TRAPANI- Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, stamattina è stato rinviato a giudizio con l’accusa di avere diffamato l’imprenditore Riccardo Agliano, il cosiddetto super teste che, con le sue dichiarazioni ha fatto nascere l’inchiesta sul “caso parcheggi ad Erice”.

La conferenza stampa

I fatti sono avvenuti nel febbraio del 2018 quando Tranchida, durante una conferenza stampa dopo l’arresto dell’allora vicesindaco ericino Catalano, definì l’imprenditore Agliano “imprenditore fallito e pluripregiudicato”. A chiedere il rinvio a giudizio del primo cittadino trapanese, era stato il Pm Franco Belvisi. Nell’ultima udienza venne affidata alla Guardia di Finanza una indagine suppletiva atta a verificare se sull’imprenditore Agliano vertessero veramente istanze di fallimento. Stamattina l’esito. La Guardia di Finanza non ha trovato fallimenti e il giudice Samuele Corso, dopo essersi ritirato in Camera di Consiglio, ha rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione il primo cittadino di Trapani. La prima udienza del processo, con giudice monocratico la dottoressa Badalucco, si terrà il prossimo 15 giugno.

La richiesta dei legali

Nell’udienza la parte civile, rappresentata dall’avvocato Nino Sugamele, ha sollecitato l’intervento del giudice e del Pm affinché verificasse se dal fascicolo dell’accusa emergevano altre due ipotesi di reato e due aggravanti. In particolare, per quanto riguarda le aggravanti sono: la 61 numero 1, del codice penale, perché il sindaco avrebbe agito per motivi abbietti o futili, e la 61 numero 9, del codice penale, per avere commesso il fatto con l’abuso dei poteri (in conferenza stampa). Le due ipotesi di concorso sollecitate da Sugamele sono: la violazione dell’articolo 167 (normativa sulla privacy) in quanto il sindaco avrebbe divulgato un dato giudiziario sensibile (definendo Agliano pluripregiudicato) e un’altra ipotesi di diffamazione, cioè l’espressione stessa “pluripregiudicato”, in quanto la sede dove è avvenuta non era idonea a discutere di queste cose.

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