Trapani: quel bando che rischia di non piacere a nessuno - Live Sicilia

Trapani: quel bando che rischia di non piacere a nessuno

Richieste, quelle ipotizzate dal sindaco Tranchida, sin troppo esagerate per una squadra di calcio di Serie D

TRAPANI – La scelta del sindaco Tranchida, a cui compete l’assegnazione del titolo della società sportiva Trapani Calcio, dopo il fallimento decretato nei mesi scorsi, rischia di andare in frantumi prima ancora di essere concretizzata. Il sindaco ha convocato a Palazzo Comunale gli imprenditori, o loro rappresentanti, che hanno manifestato interesse per acquisire il titolo sportivo e far ripartire la società calcistica dalla serie D. Un incontro, quello che si è tenuto lunedì pomeriggio, al quale hanno partecipato tutti i soggetti invitati che il sindaco ha avuto modo di ringraziare ed ai quali ha anticipato alcune linee guida che l’Amministrazione Comunale starebbe valutando di inserire nel prossimo avviso pubblico utile ad affidare, appunto, il titolo sportivo. Ma, appare evidente, non tutte le ciambelle riescono col buco: all’incontro di lunedì, infatti, l’imprenditore italo-svedese Renè De Picciotto, che più di tanti altri ha manifestato interesse sia nel Trapani calcio che in opere imprenditoriali nella città di Trapani, ha preferito non partecipare. E questo, come dallo stesso affermato, poiché non è interessato a cordate societarie come, invece, più volte auspicato dal primo cittadino trapanese. Ma la città, soprattutto i tifosi granata, è proprio De Picciotto che vorrebbero alla guida del nuovo Trapani calcio e oggi, la tifoseria ufficiale che si riconosce nella Curva Nord ha diramato un pesante comunicato stampa a supporto di De Picciotto e contro l’Amministrazione guidata dal sindaco Tranchida. 

La Curva Nord che tanto s’è distinta e fatta apprezzare in giro per l’Italia a seguito del Trapani calcio, soffre ed esterna tutto il proprio disagio per la decisione del sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, in merito al bando per l’assegnazione del titolo granata ad uno o più imprenditori che si faranno avanti.
Stamattina hanno deciso di uscire allo scoperto, come sempre hanno fatto quando si tratta di tutelare i colori granata, ed hanno palesato tutto il loro disagio: secondo i tifosi della Nord, il sindaco Tranchida e i suoi assessori “stanno ostacolando – usano proprio queste parole – chi sta concretamente lavorando al rilancio del Trapani calcio”. “Si osteggia l’unica persona, cioè l’imprenditore Renè De Picciotto, che sta dimostrando di volere investire in città e far tornare il Trapani calcio ai livelli che merita. In altre città questa persona sarebbe stata portata in trionfo e qui, invece, lo vogliono fare scappare“. 
Parole secche che non lasciano adito adi interpretazioni diverse. Non credono nel bando ipotizzato dal sindaco Tranchida e lo invitano a fare un passo indietro. 

Ma cosa prevede questo bando, così come chiaramente ufficializzato dal sindaco di Trapani? 

  1. Progetto per 4 stagioni sportive con previsione di promozione in serie B entro la stagione 2024/2025;
  2. Business Plan valido per 4 stagioni che indichi con chiarezza il piano previsionale dei costi e dei ricavi dell’attività, diviso per annualità e in ragione delle macro aree (area amministrativa, area tecnico-sportiva e area commerciale);
  3. Capitale iniziale non inferiore ad 1 milione di euro, da destinare al pagamento del contributo che sarà richiesto dalla FIGC (presumibilmente non inferiore ad euro 300 mila) e alle spese connesse alla ricostruzione del tessuto societario (beni strumentali, magazzino, dipendenti etc);
  4. Patrimonializzazione della 1^ stagione non inferiore ad euro 1,5 milioni, di cui almeno euro 100 mila da destinare ai settori giovanile e femminile;
  5. Capacità di apporto soci complessiva per le quattro stagioni non inferiore ad euro 8 milioni e garanzie patrimoniali connesse al rilascio delle fideiussioni richieste dalla FIGC e dagli Enti pubblici (Libero Consorzio compreso..);
  6. Previsione statutaria di una forma di azionariato popolare o diffuso con facoltà di sottoscrizione di azioni o quote (secondo il tipo sociale che verrà adottato dalla società) per una percentuale non inferiore al 5% del capitale sociale, al quale riconoscere una sorta di “diritto di tribuna” con l’opzione di 1 rappresentante amministrativo in capo agli stessi;
  7. Modalità di coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale nell’attività di controllo della gestione della società (ad esempio: nomina del Presidente del Collegio Sindacale e/o del Revisore Unico affidata al Sindaco pro tempore della Città di Trapani);
  8. Indicazione degli eventuali sponsor tecnici o commerciali già individuati con relative note di impegno per il sostegno all’attività societario;
  9. Garanzia fideiussoria a prima richiesta per utilizzo del “titolo sportivo” di almeno 1 milione di euro in favore del Comune, obbligato – nella sciagurata ipotesi di fallimento, retrocessioni, mala gestio etc – al reinvestimento sportivo di settore.

Inoltre, il sindaco chiede il possibile reimpiego di dipendenti della società “Trapani Calcio Srl” in fallimento.

Richieste, quelle ipotizzate dal sindaco Tranchida, sin troppo esagerate – dicono gli addetti ai lavori – per una squadra di calcio di serie D, fallita e per giunta senza nemmeno uno stadio proprio. Richieste che rischiano di far saltare qualsiasi trattativa e, infatti, oggi a pranzo De Picciotto è partito da Trapani con il suo aereo privato e, subito dopo, è arrivato il primo addio ufficiale (scritto nero su bianco) da parte dell’imprenditore Ettore Minore, uno fra i pochi disponibili ad investire sul Trapani calcio e su Trapani. 

Quella di Minore è una decisione ponderata che non dipende solo dall’ipotetico bando annunciato dal sindaco di Trapani ma anche perché non s’è sentito “gradito”. Ecco i punti fondamentali della sua lettera d’addio: “Riteniamo che, pur comprendendo lo spirito che si presume abbia animato iI Sindaco nella predisposizione del Bando non si può non rimanere perplessi sulla possibilità che tali “imprescindibili punti” possano limitare la libera impresa e le scelte che in futuro dovrebbero essere operate al solo fine di creare una struttura societaria tale da garantire stabilità e futuro alla Società Sportiva, ai tifosi, ai tesserati a qualsiasi livello; non essendo stati ancora formalizzati riteniamo però doveroso evidenziare che ove fossero confermati, non potremmo che, a malincuore, formalizzare il nostro ritiro dalla partecipazione al Bando. Ma non è l’unico motivo.
Da quando abbiamo manifestato l’interesse c’è stata la volontà, in qualche caso, e ci auguriamo involontariamente anche a livello istituzionale, di sminuire la figura e la professionalità del Dott. Minore Ettore e delle Società che rappresenta, che si è concretizzato in una serie di comunicazioni sui social nei confronti del dottor Minore, ingiustificati ed ingiustificabili sia per la sua persona a livello Imprenditoriale, sia per lo stile rispettoso verso le istituzioni e la gente di Trapani, sia perché suo unico fine è stato unicamente quello di realizzare un progetto serio per riportare il calcio a Trapani, senza vincoli, richieste o favori di alcun tipo”.

Dopo i messaggi apparsi allo Stadio e al Comunicato odierno da parte degli Ultras della Curva Nord 2 Aprile 1905, e in aggiunta a quanto sopra precisato l’imprenditore Ettore Minore ha deciso di ritirare la manifestazione d’interesse e di conseguenza la non partecipazione al futuro bando per l’assegnazione del titolo sportivo del Trapani calcio.
Fuori uno e forse, a breve, anche fuori due. 

I tifosi insorgono e l’ascia di guerra è stata appena dissotterrata.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI