PALERMO – Giuseppe Calvaruso ha messo gli occhi sui grossi investimenti che un imprenditore di Singapore ha avviato in Sicilia. Il gancio del mafioso di Pagliarelli, fermato dalla Procura di Palermo con l’accusa di essere diventato il reggente del mandamento, è stato un palermitano che da tempo vive nella città-Stato a Sud della Malesia. Solo che il palermitano ha finito per subire le pressioni di Calvaruso che voleva indirizzare gli affari per trarne il maggiore profitto.
L’investitore chiamato Alan diceva che l’Italia “è un paese strano” e per questo non voleva né comparire in prima persona, né fare figurare i suoi familiari nelle società. E così ha mandato in avanscoperta in Sicilia il palermitano che lavora alle sue dipendenze come general manager di un ristorante italiano a Singapore. Quest’ultimo e il suo datore di lavoro vengono considerati parte lesa nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Sul palermitano, però, sono in corso degli approfondimenti perché da alcuni passaggi investigativi risulterebbe che alla fine chiese la protezione di Calvaruso.
Quale sia stato il ruolo di Calvaruso è ancora da chiarire, ma una cosa è certa: il boss ha incontrato gli uomini di Singapore a Palermo ed egli stesso è stato in trasferta a Singapore. Nelle intercettazioni si era spinto a dire di essere a un passo dalla svolta della sua vita: “Sto lottando, tant’è che gli ho proposto a questi qui di Singapore che stanno comprando due cose… dove io mi metto là bello con la sedia… a gestirmi il cantiere… in maniera proprio impeccabile, riduco i costi… dovremmo concludere e proprio, credimi, è una cosa che non lo mollo l’osso… perché sarebbe, diciamo, realizzare quello per cui ho lavorato in questi anni. Perché avere un cantiere di… importante, tutto quello che viene come cantiere satellite, poi sai cosa diventa? Diventa tutto guadagno”.
Il capitolo degli affari è ancora da sviluppare. O meglio, non si conoscono tutti i retroscena. Alcuni, però, si possono ricostruire. Innanzitutto l’imprenditore straniero ha comprato in contrada Patellaro, a Misilmeri, undici ettari di terreno su cui insistono i ruderi di due fabbricati rurali. Ha speso 710 mila euro.
Secondo i carabinieri, Calvaruso avrebbe cercato di convincere, usando il suo peso mafioso, il palermitano alle dipendenze dell’uomo di Singapore a costruire a Misilmeri una serie di ville. Dei lavori avrebbe dovuto occuparsi la “Edil professional” di Giovanni Caruso, di cui Calvaruso sarebbe socio occulto.
Ma non era l’unico affare in corso, visto che l’imprenditore straniero ha comprato degli immobili a Palermo, in via de Cassari (230 mila euro) e a Palazzo Cesarò in via Collegio del Giusino (350 mila euro).
Calvaruso e Giovanni Spanò hanno incontrato gli uomini provenienti da Singapore nel giugno 2019 a Mondello. Erano in tre, fra cui una donna. E hanno parlato anche di “Villa Gatto”, un immobile ottocentesco in via Umberto Maddalena, nella zona di Boccadifalco, di proprietà di una società in liquidazione.
Un mese dopo il pranzo a Mondello Giuseppe Calvaruso e Giuseppe Amato, titolare del ristorante Carlo V dietro cui ci sarebbero gli interessi economici del mafioso, sono partiti per Singapore.