Il garage, la botola, il pozzo: si cercano tracce di Denise Pipitone

Il garage, la botola, il pozzo: nessuna traccia di Denise

Ispezione dei vigili del fuoco e carabinieri a Mazara del Vallo

MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – Nessuna traccia di Denise Pipitone. Dopo mezza giornata di accertamenti e sopralluoghi nel garage dell’abitazione che vide come inquilina Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi, padre della bambina scomparsa l’1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, non sono state trovate tracce della piccola. Un sospiro di sollievo anche per la madre, Piera Maggio, che in mattinata aveva stigmatizzato la fuga di notizie secondo cui si fosse alla ricerca “di un cadavere” in via Pirandello.

Ricomincia dai luoghi da cui tutto è iniziato, quindi, l’indagine sulla scomparsa della piccola Denise. Ricomincia dalla casa in cui 17 anni fa viveva Anna Corona, all’epoca moglie del padre naturale della piccola e madre di Jessica, la sorellastra di Denise processata e assolta dall’accusa di aver sequestrato la bambina.

I carabinieri hanno ispezionato per ore l’edificio disabitato, di proprietà di una famiglia che vive in Svizzera, alla ricerca di tracce di una stanza segreta. Una scelta investigativa mirata, che sarebbe stata presa dopo una segnalazione precisa- una delle tante giunte in Procura – che avrebbe indotto i magistrati a fare dei controlli.

Piantine catastali alla mano, i carabinieri hanno perlustrato l’appartamento per capire se su un muro ci siano segni di intonaco più recente o tracce di un vano murato dove qualcuno avrebbe potuto tenere nascosta la bambina. “Non cerchiamo nessun corpo”, hanno ripetuto gli inquirenti dopo che, nel primo pomeriggio, si era diffusa la notizia di un’attività di ricerca di resti umani.

Una giornata surreale quella vissuta dalla città di Mazara del Vallo nel giorno in cui, su iniziativa del sindaco Quinci, era stata organizzata una manifestazione denominata “Insieme per Denise”.

In via Pirandello fino a un anno fa abitava Anna Corona. Una segnalazione ha portato gli inquirenti a decidere di ispezionare, dopo ben 17 anni, quel garage al civico 59 dove ci sono una botola e un pozzo svuotato con le pompe idrovore.

In un primo momento si era ritenuto che i carabinieri stessero cercando segni evidenti di una parete costruita successivamente, dopo quel tragico primo aprile del 2004, per occultare il luogo dove Denise era stata tenuta sotto sequestro o, addirittura, uccisa.

Questa ipotesi è stata smentita nel pomeriggio direttamente da fonti della Procura di Marsala. Nel frattempo, però, erano iniziate le operazioni di analisi del pozzo. Si cercano indizi che potrebbero rimettere in discussione la complessa e a tratti disarticolata indagine su quella sparizione.

L’annuncio è stato dato durante la trasmissione televisiva “Ore 14” su Rai2 a cui partecipava anche la madre di Denise, Piera Maggio che è stata colta da malore e ha chiesto di potere abbandonare il collegamento visibilmente provata. La donna, che non si è mai rassegnata alla scomparsa della bambina, è stata sempre convinta che Jessica e la sua famiglia siano coinvolte nella sparizione.

“E’ solo un’ispezione dei luoghi – spiegavaano fonti della Procura – finalizzata a capire se, nella casa, siano stati fatti dei lavori”. Di certo c’è che stavolta i pm non vogliono lasciare nulla di intentato: dopo anni di false piste, indagini con evidenti falle, accuse di depistaggi, la magistratura vuole andare fino in fondo”.

Mazara, come accadde dopo la scomparsa della piccola, è tornata a essere “assediata” dai giornalisti. Una fiaccolata organizzata per Denise. “Abbiamo chiamato a raccolta scuole, associazioni e cittadinanza con l’obiettivo di testimoniare la nostra solidarietà a Piera e Piero (il padre naturale della bambina ndr) e per chiedere con forza ‘Verità per Denise’. Confidiamo nella partecipazione pur nel rispetto delle prescrizioni antiCovid”, ha detto il sindaco Salvatore Quinci, che si è stretto accanto ai genitori di Denise insieme al vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero.


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