CASTELVETRANO – Svetonio è morto, aveva 76 anni. Tonino Vaccarino, l’ex sindaco di Castelvetrano che aveva collaborato con i servizi segreti, nei primi anni del nuovo millennio, è morto ieri pomeriggio all’ospedale di Catanzaro dove era stato ricoverato nel reparto Covid. Se n’è andato a seguito di un arresto cardiaco. Vaccarino aspettava di negativizzarsi per essere trasferito nella sua città, Castelvetrano appunto, su disposizione della Corte d’Appello di Palermo che aveva accolto l’istanza dei legali dell’ex sindaco riconoscendogli i domiciliari.
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Era stato arrestato dalla Procura di Palermo nell’aprile del 2019 e condannato in primo grado a sei anni, accusato di aver ricevuto da un colonnello dei Carabinieri in servizio alla Dia di Caltanissetta (Marco Alfio Zappalà) uno stralcio di una intercettazione che avrebbe poi girato a Vincenzo Santangelo, titolare di un’agenzia funebre, con una vecchia condanna per mafia. Al momento era in attesa del processo di revisione per la vecchia condanna degli anni ’90, oltre che del processo di Appello dopo l’arresto del 2019.
Il Covid, però, ha avuto la meglio provocandogli la polmonite interstiziale bilaterale e l’ex sindaco era finito in terapia intensiva sottoposto ad ossigenazione ad alti flussi. Aveva collaborato con i servizi segreti, capitanati da Mario Mori, arrivando ad un passo dalla cattura di Matteo Messina Denaro (passato alla storia della lotta alla mafia il carteggio “Svetonio-Alessio”, pseudonimi proprio di Tonino Vaccarino e Matteo Messina Denaro). Operazione che però non era andata a buon fine per una fuga di notizie.
Recentemente aveva collaborato con la procura di Caltanissetta, fornendo elementi utili che hanno contribuito a portare alla condanna recente del super latitante come uno dei mandanti delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. La procura di Palermo, comunque, l’ha inquisito e ottenuto la condanna di primo grado per aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Il suo nome lo si trova nel famoso rapporto di Amnesty International del 1993 in cui vengono denunciate le torture che avvenivano nel supercarcere di Pianosa riaperto dopo le stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Vaccarino venne recluso per associazione mafiosa a seguito delle dichiarazioni di un pentito – Vincenzo Calcara – che in seguito sarà dichiarato inattendibile da diversi tribunali. Vaccarino era stato assolto per l’accusa di 416 bis e di recente aveva ottenuto la revisione di un processo dove l’accusa si era basata sempre sulle parole di Calcara. Le sue gravi condizioni di salute erano note ed era stato chiaramente detto che fosse a rischio morte. Ieri pomeriggio, infatti, se n’è andato.
In tarda mattinata gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo, difensori dell’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, hanno presentato una denuncia per omicidio colposo. Secondo l’avvocato Lauria “la Corte d’Appello di Palermo era a conoscenza del precario stato di salute di Vaccarino, ma la decisione di scarcerarlo è arrivata troppo tardi, quando già il nostro assistito aveva contratto il Covid”. Qualche mese fa, sono stati gli stessi avvocati a informare la Corte d’Appello che dentro il carcere di Catanzaro c’era un focolaio Covid, “ma quella nostra istanza di far uscire dal penitenziario Vaccarino fu respinta”, dice l’avvocato Lauria. Dopo 8 giorni l’ex sindaco di Castelvetrano venne ricoverato nell’ospedale di Catanzaro perché positivo al Covid, dove è morto stanotte. “Riteniamo che ci siano responsabilità precise sulla morte di Vaccarino, e chiediamo che si faccia luce”, ha concluso Lauria.