Grazie agli eroi normali e al seme che hanno piantato - Live Sicilia

Grazie agli eroi normali e al seme che hanno piantato

È un seme gettato nella terra che germoglierà ma non secondo le nostre aspettative
SEMAFORO RUSSO
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A cosa è servito il sacrificio estremo, il sacrificio della vita, di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Libero Grassi, padre Pino Puglisi? Li ricordiamo uccisi da vile mano mafiosa in successione: 23 maggio, 19 luglio, 29 agosto, 15 settembre. Chissà quante volte gli onesti se lo sono domandato soffrendo la fatica di giungere a verità nei processi, osservando il perdurare, sotto forme diverse, della violenza mafiosa e l’insufficienza della politica e delle istituzioni nell’eliminare alla radice le cause del consenso che ancora Cosa Nostra riscuote lì dove c’è degrado ma anche tra imprenditori, politici, professionisti. Gli onesti si chiedono pure a che serve fare quotidianamente il proprio dovere dinanzi alla morale, laica o religiosa, e alla legge quando sembrano vincere, far carriera e soldi delinquenti, evasori, politicanti, lestofanti, arrivisti, furbetti e opportunisti. Già, qual è la misura vera del significato dell’essere onesti, amanti della legalità secondo giustizia, costruttori della pace e portatori di solidarietà? La risposta può ridursi a un fatto privato? Sentirsi a posto con la propria coscienza? Il timore di avere guai con la legge? O la preoccupazione magari di non perdere quel piccolo benessere materiale conquistato? No, la misura autentica del significato di essere onesti, addirittura fino al sacrificio estremo, è la non negoziabilità di certi valori senza i quali tutto apparirebbe inutile, vano, senza senso alcuno. Giustizia, pace e solidarietà sono la fonte di acqua limpida alla quale si dissetano gli onesti, le donne e gli uomini di buona volontà. Ingiustizie, guerre e violenza, discriminazioni, intolleranza e indifferenza sono, invece, il veleno che, attenzione, rischia di intossicare ognuno di noi perché nessuno è immune dalla tentazione di voltarsi da un’altra parte, della mediocrità rassicurante e delle comode scorciatoie per aggirare il necessario impegno personale; facile pretendere dagli altri per migliorare il mondo e mai da sé stessi. I frutti del sangue versato da Falcone, Borsellino, Grassi, Puglisi, eroi normali ben consapevoli del dramma cui stavano andando incontro, non li possiamo sperimentare secondo i principi fisici dell’immediatezza, azione e reazione, e nemmeno al suono di fanfare tra spettacolari rivoluzioni o redenzioni. La misura del sangue versato per amore della giustizia, della pace e della solidarietà, la misura dell’onestà della gente anonima è la testimonianza che sai offrire nei gesti messi uno dietro l’altro, si chiama esempio. Il testimoniare ciò in cui credi non ha bisogno di discorsi, di roboanti effetti speciali, l’esempio che dai non ha né tempi né regole, lo dai e basta e non ti curi se ne avrai un ritorno hic et nunc, qui e ora. È un seme gettato nella terra che germoglierà ma non secondo le nostre aspettative, neanche secondo i nostri bisogni. Quando una testimonianza è forte, conosciuto o sconosciuto che sia il testimone, può permettersi di essere muta, di non gridare e di fiorire in un tempo che potrebbe non appartenerci più; ci sarà chi raccoglierà, ce lo insegna la storia travagliata dell’umanità. Grazie Giovanni, grazie Paolo, grazie Libero, grazie don Pino. Grazie ai molti eroi normali massacrati da boss mafiosi e dai loro complici nascosti nei palazzi del potere, grazie a tutti gli onesti.

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