Samuele suicida in carcere: "Giustizia per mio figlio" VIDEO

Samuele suicida in carcere: “Giustizia per mio figlio” VIDEO

La manifestazione a palazzo di giustizia. Le parole di una madre.

PALERMO- C’è la giustizia necessaria dei codici che, necessariamente, ha bisogno dei suoi tempi, del suo lavoro meditato, dei suoi dubbi e delle sue domande. Perché è garanzia di tutte le parti in causa. E poi c’è la voce di una madre che chiede giustizia, che ha fretta di dare al suo cuore un venticello di sollievo, mentre brucia. La voce di Lucia Agnello, mamma di Samuele Bua, che si è levata stamattina, davanti al tribunale di Palermo, insieme a figlie e nipoti, nell’abbraccio di una famiglia affettuosa e unita nelle sventura.

La storia di Samuele Bua

Secondo la cronaca fin qui disponibile, Samuele Bua, ventinove anni, è morto sucida nel carcere Pagliarelli, nel novembre del 2018. Ci sono due medici imputati per omicidio colposo. Come ha scritto Riccardo Lo Verso: “Samuele era un soggetto affetto da ‘schizofrenia grave’. Un giorno i vicini sentirono delle urla provenire dalla casa e avvertirono i carabinieri. Samuele finì in carcere. “Non è lì che doveva stare”, hanno sempre detto i familiari, che hanno presentato una denuncia tramite l’avvocato Giorgio Bisagna. Una volta in cella Samuele Bua si tolse la vita impiccandosi con i lacci delle scarpe. Era stato posto in isolamento“. Ci sono delle persone coinvolte nei contrappesi della legge, ognuna con la sua legittima aspirazione alla giustizia. E c’è la voce di una madre. Domani comincia il processo con rito abbreviato: “Ci auguriamo che sia fatta luce su quello che accadde quel giorno – dice l’avvocato Bisagna -. E’ l’inizio della ricerca di una verità che, spero, possa battere anche altre strade”.

Lo striscione sotto il sole

Lucia, con la sua famiglia, si è messa oggi sotto il sole, davanti al tribunale di Palermo. Hanno tutti sorretto uno striscione con la scritta. “Verità per Samuele Bua”. “Siamo qui per sensibilizzare”, dice Lucia Agnello che, come Pino Apprendi di ‘Antigone’, l’associazione che si occupa dei diritti delle persone detenute, ha rilasciato una video-intervista a LiveSicilia.it. “Ho dato mio figlio alla legge – dice questa mamma dal cuore spezzato – e non c’è più”. Ecco le sue parole.

LE VIDEO-INTERVISTE


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