BRONTE – In provincia di Catania si registra, purtroppo, l’ennesimo femminicidio. Dopo quello di Vanessa Zappalà, a perdere la vita è Ada Rotini, donna di 46 anni, che stava per separarsi dal marito Filippo Asaro già fermato per l’omicidio, che ha anche tentato il suicidio.
Sul luogo dell’omicidio è arrivata Angelica Prestianni, assessore al Diritto alla salute del Comune di Bronte che è ancora incredula per quanto accaduto. L’assessore sperava che il comune di Bronte non avrebbe mai vissuto un momento così terribile, che purtroppo è accaduto.
Intanto arrivano le prime razioni da parte dei politici che chiedono venga fatto qualcosa per prevenire questi delitti.
La senatrice catanese Tiziana Drago, di Fratelli d’Italia ha dichiarato: “Registriamo l’ennesimo e drammatico femminicidio in provincia di Catania, a Bronte, a poche settimane da quello di Vanessa Zappalà. Siamo davanti a una vera e propria emergenza che va affrontata con fermezza e decisione. Già in occasione dell’omicidio di Vanessa avevo sollecitato con una lettera la presidente della Commissione ‘Infanzia e adolescenza’ Licia Ronzulli ad avviare un’indagine conoscitiva su un fenomeno che ormai ha tutti i caratteri di autentico problema sociale, ma il ‘taglio’ proposto non è stato probabilmente compreso. Colgo, allora, la proposta da parte della stessa di inviare il tutto alla Commissione monocamerale sul femminicidio, la cui presidente è la senatrice Valente. Dopo questo ennesimo fatto di sangue ritengo che sia ancora più impellente avviare un intervento urgente e risolutivo, perché non basta l’indignazione, ma serve uno sforzo ulteriore a quanto già fatto – ha continuato la senatrice -. Occorre coinvolgere la Scuola come seconda agenzia educativa; lavorare sul conflitto tipico dell’età adolescenziale per canalizzarlo in maniera tale che non sfoci in violenza. Prevenzione, repressione e rieducazione ecco ciò che serve! È assurdo intervenire con divieti di avvicinamento o arresti domiciliari. Occorre pensare a strutture di recupero per coniuge maltrattante ed aiutare i giovani a dare chiara lettura dei potenziali pericoli. Si può fare!”.
Indignazione e tristezza anche da parte della deputata del Gruppo Misto Simona Suriano che ha commentato: “L’ennesimo femminicidio nello stesso territorio e a poche settimane di distanza dalla tragedia di Acitrezza. Una scia di sangue che ci addolora profondamente e che non sembra volersi fermare. I fatti accaduti a Bronte sono l’ennesimo segnale inquietante che politica, forze dell’ordine e magistratura non possono ignorare. Reputo che il Codice rosso sia un buon impianto normativo ma che vada migliorato e aggiornato alla luce delle criticità che sono emerse. Non possiamo ancora continuare a piangere e a subire questa piaga immane”.
“Leggo gli ultimi episodi di cronaca nera con vittime donne innocenti e davvero mi vengono i brividi. Il femminicidio di Bronte consumatosi stamattina è solo l’ultimo di una serie che in questi giorni sembra volere superare le già terribili statistiche a cui siamo abituati. Sono vicino alla famiglia di Ada Rotini assassinata oggi dal marito nel giorno dell’udienza di separazione”. Lo dice Nino Minardo, segretario regionale Lega Sicilia. “Ho ancora in mente Chiara Ugolini uccisa domenica scorsa sul Lago di Garda da un vicino di casa di origini catanesi, un’altra tragedia che ha scosso pure la comunità siciliana. Le immagini del funerale della giovanissima Vanessa Zappalà le abbiamo ancora tutti ben chiare in mente, è stata ammazzata a colpi di pistola dall’ex fidanzato il 23 agosto – prosegue -. Sempre oggi ho letto di un’altra allucinante a Mirabella Imbaccari dove i carabinieri hanno arrestato, probabilmente appena in tempo per evitare un altro lutto, uno stalker che da settimane perseguitava e picchiava la ex compagna con una violenza e un’ottusità incredibili. Siamo sempre concentrati su parecchi pur importantissimi problemi di ordine sanitario ed economico ma ritengo sia indispensabile ragionare ed agire subito a livello politico anche su questa escalation di violenza contro le donne che fa rabbrividire – aggiunge -. L’apertura dell’anno scolastico è alle porte: assieme al gruppo parlamentare della Lega Sicilia all’Ars Palermo intendo coinvolgere subito l’assessorato regionale all’Istruzione in un dibattito pubblico per stabilire le forme di nuovi progetti e modelli educativi da proporre nelle nostre scuole. Proviamo ad allargare la dimensione dell’educazione civica insistendo sull’insegnamento al rispetto delle donne e spiegando ancora di più e meglio quanto conti il ripudio di ogni forma di violenza per dare dignità e valore ad ogni essere umano. Dobbiamo privilegiare questo percorso su tutto il resto, pure a costo di ritoccare al ribasso altri capitoli della pubblica istruzione. I ‘vendicatori affettivi’, i maschi che fanno del culto del possesso, della rabbia e della sopraffazione la loro ragione di vita sono ancora troppi, in tutte le fasce di età: almeno cerchiamo di arginare il fenomeno nelle nuovissime generazioni. A Roma poi cercheremo, in Parlamento, di individuare nuove risorse da destinare alla prevenzione dei femminicidi e in questo senso si tratta in primis di aumentare gli strumenti tecnologici in dotazione alle forze dell’ordine e di capire quanti margini vi siano per avere più uomini e donne qualificati sul territorio preposti ai controlli e alla repressione immediata, prima che le tragedie si verifichino. Purtroppo spesso, in queste storie tremende, bisogna fare i conti anche con l’imprevedibilità della rabbia, dell’odio e della brutalità e c’è poco da fare ma, come detto, in questo caso torniamo alla questione culturale ed educativa per cui possiamo fare ancora tanto”.
Dolore per quanto accaduto è espresso dalla Cgil di Catania: “Il femminicidio di Bronte ci trova attoniti e ancora una volta impreparati. Non ci resta che lo sconforto e la conta delle donne uccise dai loro compagni o mariti, come nel caso odierno di Ada Rotini. La Cgil di Catania nel manifestare dolore per quanto accaduto e vicinanza per i familiari della vittima, lancia ancora una volta un accorato appello alle istituzioni: è necessario studiare una strategia immediata che unisca sicurezza, sensibilizzazione sul tema delle denunce, aumento delle risorse per i centri anti violenza ma anche azioni di educazione civica al rispetto dell’altro sin dai primi anni di scuola. I fatti di sangue che si stanno moltiplicando non sono questioni private ma esplosioni di violenza che riguardano tutti noi, come cittadini e come comunità”.