PALERMO – Sono le corde della pietà che tocca l’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo. Pietà non avrebbero mostrato i due indagati nello sbarazzarsi dei resti e delle ossa dei defunti al cimitero dei Rotoli.
Due indagati
A ricevere l’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesca Mazzocco, sono l’ex direttore dei servizi cimiteriali del Comune Cosimo De Roberto (nei mesi scorsi finito ai domiciliari) e Giovanni Prestigiacomo, impiegato amministrativo e stretto collaboratore di De Roberto.
Resti dei defunti dispersi
Si dovevano occupare delle esumazioni e delle inumazioni ed invece, secondo l’accusa, avrebbero violato i sepolcri della sezione 480 del camposanto. I resti dei defunti avrebbero dovuto essere disposti negli ossari e non dispersi, come sarebbe avvenuto, nel terreno o chiusi dentro i sacchi della spazzatura “alla vista e alla mercé di chiunque”. I fatti sono del 2019, ma potrebbero essere continuati anche dopo.
Uno scandalo senza fine
È solo una delle tante indagini che hanno svelato lo sfascio all’interno del cimitero palermitano. Pochi mesi fa è stata chiusa lì’inchiesta che riguardava il presunto giro di mazzette che sarebbero state pagate per scavalcare la lista di attesa e trovare una sepoltura. L’udienza preliminare è fissata a novembre. Bastava pagare, sostiene l’accusa, per aggirare la cronica emergenza. Non ci sono sepolture, a Palermo non si può morire. Gli indagati a vario titolo per corruzione, concussione, peculato d’uso e falso sono 11 tra dipendenti comunali, seppellitori e titolari di agenzie funebri (uno è già stato condannato).
Le bare insepolte
Nell’indagine per la quale sono stati notificati i nuovi avvisi emerge l’ennesimo spaccato di una vergogna senza fine. Cambiano i direttori e gli assessori, ma non la sostanza. A fine agosto il Comune ha stilato un cronoprogramma per risolvere la questione delle bare insepolte. Il tempo passa, così come gli annunci, ma sono ancora a centinaia i feretri in attesa nella tendopoli del camposanto. L’ultimo conteggio è di due giorni fa, con oltre 850 salme in attesa. Il Comune ha iniziato a trasferirle nel cimitero privato di Sant’Orsola. Si procede ad un numero di circa 35 salme a settimana.
Era il 2017 quando Livesicilia pubblicava una nota dei carabinieri che risaliva a tre anni prima. A conclusione di un’indagine, iniziata quando alcune persone trovarono un estraneo nella sepoltura di famiglia, i militari scrivevano: “Si evidenzia la totale assenza di atti amministrativi in grado di chiarire la sequenza di sepolture e tumulazioni così da fare presupporre uno scellerato utilizzo della tomba negli anni ’80-’90 caratterizzato dalla totale assenza di documenti se non quelli con i nomi dei defunti ivi posti almeno ufficialmente”. Era solo l’inizio dello scandalo e delle inchieste, che non sono ancora finite.