CATANIA – “Non ci sono stati screening ad hoc” per il mondo della scuola. L’ufficio commissariale per l’emergenza Covid di Catania è chiaro. Le scuole chiuse non avrebbero permesso un tracciamento mirato a studenti, docenti e personale scolastico. La nostra richiesta di dati sui contagi della popolazione scolastica nella provincia catanese è rimasta senza numeri.
“Non ci sono dati sui contagi, poiché non c’è alcuna specifica sui soggetti positivi”, spiegano ancora dall’ufficio commissariale etneo. Non ci sono a disposizione – nei fatti – i dati disaggregati.
Ieri, però, l’assessore regionale Roberto Lagalla ha fornito delle cifre: 12 mila studenti siciliani sono positivi. Quindi, in qualche modo – è facile pensare – le scuole e gli uffici scolastici provinciali hanno raccolto in autonomia il numero.
Una cosa va detta, anche per smentire molti rumors e indiscrezioni che vanno ‘viaggiando’ tra chat delle mamme e fakenew social, il mancato screening non è dovuto alla mancanza di tamponi. “Nessun problema di tamponi”, assicurano ancora dall’ufficio commissariale di Catania.
Il problema comunque resta. E rimane soprattutto per genitori che devono organizzarsi tra lavoro e gestione familiare. Già ieri è stata un’impresa sapere se i figli dovevano preparare lo zaino prima di andare a letto sì o no. La mattina era arrivata la notizia del rientro già da oggi, ma poi in serata sono arrivate le ordinanze dei sindaci, da alcuni prefetti dichiarati illegittimi.
La stragrande maggioranza dei primi cittadini della provincia etnea, seguendo l’onda della prudenza, ha messo i lucchetti alle scuole. Chi fino a domani, chi fino a sabato. Dipende dove è in vigore la settimana corta: con lezioni da lunedì a venerdì.
C’è anche chi ha seguito le direttive della Regione Siciliana (e quindi l’esito della task force) e ha invece riaperto le scuole. Come a Biancavilla e Adrano. Naturalmente sono scoppiate le polemiche, ma c’è anche chi ha fatto un plauso alla scelta. Molti genitori infatti, come dimostrano i tanti ricorsi anche nelle altre province siciliane, sono favorevoli al ritorno in classe dei figli.
Le pagine dei sindaci, comunque, sono state tempestate di domande. Una mamma a Fabio Mancuso, sindaco di Adrano che ha aderito alla linea della riapertura, ha chiesto: “Ma questo rinvio dell’apertura non doveva servire a fare lo screening della scuola?”. Il primo cittadino ha risposto: “Tutto inoltrato al Commissario”.
Da queste ordinanze, comunque, il rientro a scuola sarebbe previsto lunedì 17 gennaio. Ma visto l’andamento epidemiologico e il numero di ricoveri ordinari e terapie intensive che vedono la Sicilia nei parametri del colore arancione, tutto potrebbe essere (ri)messo in discussione dopo la cabina di regia di domani. Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, infatti, ha annunciato per sabato una nuova riunione con i sindaci.