PALERMO – Era il mago dei contatori, dissero gli inquirenti. Lino Caruso li avrebbe taroccati per fare pagare meno luce ai suoi “clienti”. Il giudice per l’udienza preliminare Rosario Di Gioia lo ha condannato assieme ad altri cinque imputati.
Gli imputati e le pene
Ecco le pene scontate di un terzo così come previsto dal rito abbreviato: Lino Caruso 6 anni e 8 mesi (elettricista), Giovanni Mirabile 4 anni e 6 mesi (ex dipendente Enel licenziato), Benedetto Sarrica 3 anni, 7 mesi e 10 giorni, (ex dipendente Soigea), Vincenzo Scibona 3 anni, 7 mesi e 5 giorni, Ferdinando Bellante 1 mesi anno e 6 mesi (imprenditore), Antonio Mazzamuto 1 anno e 6 mesi.
Enel parte civile
L’Enel era costituita parte civile con l’assistenza degli avvocati Massimo Motisi e Cinzia Calafiore. La società si è spesa parecchio per scovare i furbetti del contatore. Alla fine ne furono individuati i oltre cento, condannati singolarmente negli anni. Enel ha ottenuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 80 mila euro, ma il danno definitivo sarà stabilito in sede civile.
Da San Lorenzo a Brancaccio, da Falsomiele e fino a San Martino delle Scale, ma anche a Carini, Ficarazzi e Casteldaccia: in tanti rubavano la luce.
La pen drive con i nomi di chi rubava la luce
“Prendi la pen drive nera…che poi ci metti le canzoni di Gigi D’Alessio”, diceva Caruso ad un suo presunto complice. Altro che musica, la pen drive era l’archivio contenente centinaia di nomi e numeri dell’elettricista considerato un abilissimo taroccatore di contatori Enel, imputato con l’accusa di avere organizzato un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei furti.
L’inchiesta prese le mosse dalla pen drive – marca Kingston – di colore nero sequestrata nel 2012 nel magazzino di Caruso, al civico 27 di via Assoro, a Borgo Nuovo. Conteneva 6.115 file corrispondenti ad oltre 1500 utenze Enel “già manipolate dal gruppo di Caruso, dissero gli investigatori, sin dal 2006 e fino al giorno della perquisizione”. Ad ogni file corrispondeva il numero del contatore, la data e l’orario dell’intervento.
Inguaiati da una segnalazione anomima
Fu un anonimo a segnalare le irregolarità in un condominio di via Salvatore Cappello, a Brancaccio, dove abitavano i parenti di un dipendente Enel. Quando gli ispettori della società si presentarono nel palazzo scoprirono che i contatori erano stati taroccati con il metodo della regressione. Qualcuno era stato in grado di alterare il dato dei consumi, intervenendo elettronicamente. E così partirono le verifiche in altre zone della città. Fino a quando, e siamo all’inizio del 2012, un caso simile a quello di via Cappello fu riscontrato in un bar del centro dove i poliziotti i piazzarono con le telecamere. Alle 16 e 40 del 24 gennaio del 2015 venne filmato l’arrivo di due persone che poi sarebbero state identificate in Caruso e in Giovanni Mirabile ex dipendente Enel licenziato.
Caruso aveva un pacco sottobraccio. Si sarebbe trattato del contenitore precedentemente smontato e taroccato nel magazzino di via Assoro. A quel punto gli spostamenti dei due furono monitorati in giro per tutta la città e le loro conversazioni intercettate.