CATANIA – Condannare l’imputato a 30 anni di carcere. Il pm Andrea Bonomo ha chiuso la requisitoria formulando alla gup Carla Valenti la richiesta di pena nei confronti di Agatino Scalisi, uno dei barellerei coinvolti nell’inquietante inchiesta “Ambulanza della Morte”. A seguito delle rivelazioni di due testimoni di giustizia (anche alla Trasmissione Le Iene) è stato ricostruito un orribile rituale: durante il trasporto a casa di malati terminali veniva iniettata una bolla d’aria che causava la morte per embolia del paziente. Tutto per procurarsi una manciata di euro dalla vestizione del deceduto e poi magari accaparrarsi i funerali. Una parte di quei soldi, poi, sarebbe finita ai clan di Adrano e Biancavilla.
Il processo si è diviso in due tronconi. E oggi è arrivato al giro di boa il rito abbreviato. Alla richiesta dell’accusa si sono associate le parti civili, compresi il Comune di Biancavilla e l’Asp di Catania, mentre il difensore dell’imputato, l’avvocato Antonino Tomaselli, a conclusione dell’arringa, ha chiesto “l’assoluzione per manifesta innocenza” del suo assistito, al quale è contestato un omicidio.
La sentenza è attesa per il 14 ottobre. Il verdetto del rito ordinario si è già concluso da un pezzo con la condanna all’ergastolo di Davide Garofalo.
Sembra quasi un paradosso. Ma con la sospensione Covid per i procedimenti senza detenuti il rito abbreviato è stato sospeso per diversi mesi. Il processo ordinario invece è stato già chiuso, con tanto di deposito di sentenza. I giudici della Corte d’Assise sono stati durissimi. “Accanimento sulle vittime”, hanno scritto nelle motivazioni.