Ergastolo e isolamento diurno della durata di undici mesi. È questa la sentenza (parzialmente riformata) della Corte d’Assise d’appello di Catania nei confronti di Davide Garofalo, il barielliere accusato dell’omicidio di tre malati terminali uccisi attraverso iniezioni d’aria durante il trasporto dall’ospedale a casa. Il verdetto è il secondo step giudiziario dell’inquietante inchiesta denominata Ambulanza della morte nata dalle testimonianze dei giovani fratelli Luca e Giuseppe Arena, ex imprenditori di pompe funebri di Biancavilla che hanno denunciato i clan mafiosi. La Corte d’Assise d’appello ha escluso una delle aggravanti facendo diminuire di tre mesi il periodo di isolamento (un anno e due mesi in primo grado). Garofalo inoltre è stato condannato a pagare le spese legali per tutte le parti civili costituite (familiari, Asp, Comune di Biancavilla, Associazione Antiracket Libera impresa e altre).
Le morti sono avvenute tra il 2014 e il 2016: ai parenti sarebbero state presentate come ‘aggravamenti improvvisi’ delle patologie già esistenti. E questo avrebbe fatto scattare il sicuro introito di poche centinaia di euro per la vestizione e poi l’affidamento dei funerali. Su questo aspetto, secondo l’inchiesta, una parte degli introiti avrebbero dovuto confluire nelle casse dei clan di Biancavilla e Adrano.
I giudici della Corte d’Assise nelle motivazioni del primo grado hanno scritto che l’imputato avrebbe agito senza alcuna segno di compassione. “Davide Garofalo non ha desistito dal proposito nemmeno nel caso una delle vittime fosse sopravvissuto alla prime insufflazioni di aria, accanendosi sullo stesso fino a portare a compimento il proprio programma criminoso”, si legge nelle 80 pagine della sentenza di primo grado. Le motivazioni del verdetto d’appello saranno depositate tra 90 giorni. Dopo il difensore di Garofalo, l’avvocato Salvatore Liotta, probabilmente farà ricorso per Cassazione. Parallelamente c’è il processo abbreviato, chiuso già in primo grado, che vede imputato l’altro barelliere Agatino Scalisi accusato dell’omicidio di altri pazienti con le stesse modalità.