No vax morto dopo cure al telefono, un medico è indagato - Live Sicilia

No vax morto dopo cure al telefono, un medico è indagato

Le ipotesi accusatorie sono quelle di colpa medica e omissione di soccorso
CORONAVIRUS
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Un ‘No vax’ aveva deciso di farsi curare via telefono e mail, ma le cure non hanno funzionato e adesso il dottor Alberto Dallari, medico che ha preso in carico il paziente, è indagato.

Le ipotesi accusatorie sono quelle di colpa medica e omissione di soccorso. Il pm Ciro Alberto Savino, della procura di Ferrara, nei giorni scorsi aveva già aperto un fascicolo conoscitivo sul caso. L’iscrizione al registro degli indagati del medico sembra sia un atto dovuto, anche in vista dell’autopsia, in programma giovedì a Padova, da cui si attendono ulteriori risposte sulla vicenda.

Al medico, che in questi mesi ha lavorato come volontario perché in pensione, sono stati sequestrati il telefono e il pc in modo tale da ricostruire i contatti avuti con il paziente. L’uomo, non vaccinato, è morto lo scorso giovedì nella terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara, dove un mese fa era stato ricoverato in condizioni abbastanza compromesse, con una saturazione estremamente bassa di ossigeno nel sangue.

Il 68enne deceduto avrebbe avuto delle patologie pregresse e sembra che anche in ospedale aveva tentato di firmare dimissioni e di rifiutare le cure. Per il paziente era stata richiesta anche una consulenza psichiatrica.

L’indagine della procura ferrarese servirà anche a far luce sul coinvolgimento dell’associazione IppocrateOrg, alla quale il medico è legato. Si tratta della stessa associazione del convegno in Senato sulle cure domiciliari che nelle scorse settimane aveva scatenato una bufera politica.

L’associazione ha fatto sapere che “non ci risulta che alcuna persona che ha fatto richiesta di Assistenza ad IppocrateOrg sia mai stata ricoverata né tantomeno sia deceduta presso l’ospedale Sant’Anna di Ferrara”. Già da qualche giorno ha però sospeso, come annunciato sul suo sito, l’attività di assistenza. Una sospensione, si legge sul sito, “non dipendente dalla nostra volontà”. E invita, in caso di bassa saturazione e difficoltà respiratorie, a contattare il proprio medico, la guardia medica, il 118 o ad andare al pronto soccorso.


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