L'aggressione di tre ragazze al Pride:| "Violenza e volgarità contro di noi" - Live Sicilia

L’aggressione di tre ragazze al Pride:| “Violenza e volgarità contro di noi”

il racconto di una delle tre giovani
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“Arrivano i froci”. È stato questo, il richiamo dei balordi che ha fatto scattare l’aggressione a tre ragazze (lesbiche) nel giorno del gay Pride a Palermo. Giulia Alagna, una delle tre giovani vittime dell’aggressione, è anche la segretaria provinciale di Arci Gay. Suo il racconto di com’è andata.

“Siamo arrivate a piazza Castelnuovo da sole, il corteo si era fermato a piazza Sturzo e solo due carri avevano l’autorizzazione per sostare a piazza Politeama, dunque tutto il corteo stazionava a piazza Sturzo. Alcuni ragazzi si sono messi a correre al grido di ‘arrivano i froci’ e hanno cominciato ad inveire contro di noi, rimaste praticamente da sole”.

La voce di Giulia, resa metallica dalla linea telefonica che ha una bassa copertura, accelera il ritmo. Parla al presente, come se stesse rivivendo quegli attimi. “Due nostre amiche vengono prese in giro – dice – viene intimato loro di scendere dal carro, i riferimenti ai loro membri maschili sono più che espliciti e preferisco astenermi dal riportarli letteralmente”.

“Poi questi ragazzi tentano di salire sul carro, ma una trans che è rimasta con noi gli impedisce di farlo. Le nostre due amiche a quel punto sono spaventate e scendono dall’altro lato del carro per tentare la fuga. Il branco di ragazzi lo nota e comincia ad inseguirle in strada. Una delle ragazze è stata fermata per i fianchi ed è stata palpata con gesti oltremodo espliciti”. Giulia si lascia prendere dal racconto e riporta le parole con cui sono state apostrofate le due ragazze. L’inseguimento è continuato fino a via Ruggero Settimo, ma a quel punto in tanti si erano già distaccati dal corteo per andare in soccorso delle giovani. “I ragazzi del branco – dice ancora Giulia – si sono resi conto che se avessero continuato si sarebbero ritrovati da soli contro una piazza intera”.

Ma la tensione continua. Una delle due ragazze, palpata nuovamente, questa volta reagisce con una sberla sulla guancia del molestatore. “È stato lì – aggiunge Giulia – che è volata una bottiglia di birra in direzione delle ragazze”.

Giulia racconta un ultimo episodio. Passata la rabbia, il tentativo è stato quello di analizzare l’episodio con razionalità. E con l’amarezza dell’epilogo. “Eravamo in mezzo a tantissima gente, eppure sole. Le forze dell’ordine – dice infine – erano a decine di metri da noi. Qualcuno è andato ad avvisarli. Probabilmente non è stato creduto, chissà. Il dato di fatto è che non è arrivato nessuno”.

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