Pd, lo strappo del “campo largo” accende le polemiche   - Live Sicilia

Pd, lo strappo del “campo largo” accende le polemiche  

Le aperture del segretario dem Barbagallo fanno storcere il naso alla sinistra.
CENTROSINISTRA
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PALERMO – “Il campo largo” rischia di spaccare il fronte progressista. Un tempo si sarebbe detto “è cambiata la fase”. Il rimescolamento delle carte in tavola causato dal combinato disposto del voto per il Colle e della crisi del M5S inizia a divenire ipotesi sempre meno peregrina. A Roma come a Palermo. Le prime avvisaglie erano già arrivate in occasione della segreteria regionale allargata alla deputazione regionale e nazionale convocata dal Pd siciliano la scorsa settimana. 

Il Pd guarda al centro

“Un Pd inclusivo che punta ad un campo largo che guardi anche al centro”: questa la linea venuta fuori dalla riunione. L’idea di fondo era quella di approfittare delle spaccature del fronte opposto e tentare di aggregare pezzi di Forza Italia e della galassia centrista che si iscrivevano tra i malpancisti dell’esperienza targata Nello Musumeci. Tentativi messi in campo in questi giorni ma che fanno storcere il naso a più di un alleato soprattutto dopo le notizie di stampa relative al feeling tra Barbagallo e Miccichè. Il segretario del Pd chiarisce attraverso una nota d’agenzia minimizzando e aggiustando il tiro. “Abbiamo riunito la segreteria regionale del Pd dieci giorni fa e abbiamo condiviso la necessità di allargare il campo – dice Barbagallo all’Ansa – Con Miccichè ci parliamo e vediamo ogni giorno, ci siamo visti ieri a pranzo, ci siamo visti l’altro ieri e ci vedremo anche oggi. Non rientra neppure nel campo delle indiscrezioni che c’è un accordo Pd e Forza Italia, il tema è un altro: c’è una parte del centrodestra che si sta spaccando. E stiamo ragionando se ci sono compatibilità, il percorso è difficile”, dice a poche ore da una seduta d’aula che si preannuncia esplosiva.

Tensioni a Palermo 

Nel frattempo, nel campo progressista la tensione sale e i toni si accendono. Soprattutto nel palermitano in vista dell’appuntamento con le amministrative di primavera (banco di prova per la partita delle regionali al netto dei distinguo legati alla legge elettorale). A mordere è il coordinamento di Sinistra Civica. “Non esiste altra coalizione possibile se non quella che, in queste ultime settimane, ha avviato un confronto programmatico per la città del futuro. Se il Partito democratico sceglierà di rompere l’unità delle forze progressiste per costruire spazi trasversali ed ambigui si assumerà una grave responsabilità”. Poi un’altra sciabolata. “Da mesi lavoriamo unitariamente ad un programma di governo che tuteli il carattere pubblico e renda efficienti servizi – continua la nota – per una città accogliente, ecologica e a misura di bambine/i; per uno sviluppo industriale sostenibile per contrastare la povertà sociale, culturale ed educativa. Appare inaccettabile che, mentre si discute di queste cose, un pezzo della coalizione lavora per costruire papocchi elettorali insieme a soggetti politici che hanno dimostrato la loro inaffidabilità e slealtà nel governo della città e che governando la Regione, in questi anni, hanno dimostrato di essere incompatibili con i valori, i principi e i programmi che noi sosteniamo”. “Non siamo disponibili ad essere complici di simili comportamenti e serve immediatamente un chiarimento politico – conclude il coordinamento di Sce – il Pd scelga con chi stare, sapendo che la città di Palermo non può essere usata come merce di scambio per garantire posizioni di potere e logiche spartitorie a livello regionale.”, scrivono. La crisi del centrosinistra, in attesa che si palesino altre voci, è servita. Ma la discussione porta inevitabilmente al piano regionale. 

Articolo 1 e Sinistra Italiana rincarano la dose

A rincarare la dose ci pensano i segretari regionali di Articolo 1, Pippo Zappulla, e i portavoce regionali di Sinistra Italiana Pierpaolo Montalto e Manuela Parrocchia. “Le prossime elezioni regionali si possono vincere, si può sconfiggere l’alleanza di centrodestra e si può sconfiggere il disastroso governo Musumeci che sta portando la Sicilia, le sue cittadine e i suoi cittadini, sull’orlo di un baratro dal quale sarebbe difficilissimo risalire. Le destre possono essere battute ma il centrosinistra deve subito interrompere un’assurda, dannosa e colpevole melina che sta permettendo ai nostri avversari politici di riorganizzarsi”, scrivono in una nota al vetriolo. “Al Pd, in particolare, ci rivolgiamo perché rompa il silenzio assordante di questi mesi. Così facendo il Partito Democratico si sta infatti assumendo la grave responsabilità di tenere bloccato un intero progetto politico. Stallo aggravato dall’irricevibile proposta di un campo largo esteso a forze ed esponenti provenienti dal centrodestra. Per queste ragioni chiediamo la convocazione in tempi strettissimi, del tavolo regionale del centrosinistra insieme al M5S. Dobbiamo, infatti, mettere fine a ogni illazione su un allargamento alle destre della nostra coalizione e dobbiamo respingere ogni ipotesi di alleanze innaturali e gravemente lontane da qualsiasi valore sociale e progressista”, continuano.

Il perimetro della coalizione e i nodi da sciogliere

E tracciano il perimetro invalicabile dello schieramento.  Noi non accetteremo mai allargamenti a forze del centrodestra e a quanti peraltro stanno dentro la giunta Musumeci. Chi briga in questa direzione attenta all’unità dell’alleanza di centro sinistra e riconsegna conseguentemente alla destra il governo della Sicilia. E’ tempo, invece, di dire ai siciliani parole chiare e trasparenti, precisare come intendiamo migliorare le condizioni materiali di vita delle persone, indicare come unica possibile la strada della sanità pubblica, delle infrastrutture necessarie, della transizione ecologica ed energetica senza macelleria sociale, della tutela ambientale e del patrimonio boschivo e culturale, dell’utilizzo mirato e serio delle risorse del Pnrr. E’ tempo che i partiti si mettano al servizio della Sicilia, del lavoro, dei diritti, della lotta alla corruzione, a ogni forma di criminalità e alla mafia; e le divisioni interne ai partiti non possono essere scaricate sul progetto di cambiamento possibile della Sicilia”, continuano. E chiedono un incontro chiarificatore. “Ora e subito, dunque, serve un coordinamento regionale per sancire che il campo largo non significa alleanza indistinta e innaturale, per individuare le idee manifesto dell’alleanza, per avanzare una candidatura credibile alla Presidenza ed eventualmente discutere di primarie. Nel caso di perdurante silenzio convocheremo nelle prossime settimane un’Assemblea pubblica regionale per denunciare i ritardi che si stanno accumulando ed assumere le decisioni organizzative e politiche conseguenti”, chiosano. Insomma, i nodi da dirimere sono ancora tanti e la situazione si fa sempre più ingarbugliata. 


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