PALERMO – Alessio Spiaggia, 27 anni, era stato arrestato il 4 novembre per oltre 200 capi di imputazione fra falsi in atto pubblico, appropriazioni indebite e autoriciclaggio. Due settimane dopo gli erano stati concessi i domiciliari, ma non sarebbero bastati e fermarlo. Ora è finito di nuovo in carcere. La sua recentissima storia si lega a quella di un uomo di Vittoria, in provincia di Ragusa, la cui identità Spiaggia avrebbe usato per chiedere prestiti e aprire conti correnti. Era diventato il suo bersaglio preferito.
Il 12 e il 27 dicembre scorsi Spiaggia ha contatto Findemistic per un prestito di 6 mila euro e l’apertura di un conto corrente con l’attivazione di una carta di credito internazionale. Non ha usato la sua vera identità, ma ha detto di essere un’altra persona. Per la precisione un trentunenne di Vittoria, e cioè la stessa persona a cui aveva già venduto, raggirandolo, una Jeep Renegade presa a noleggio.
Spiaggia faceva così: noleggiava le auto, tutti modelli di lusso o molto gettonati sul mercato, le “ripuliva” e infine le rivendeva ad ignari clienti. Ci sono cinquanta persone a cui la macchina è stata sequestrata dopo averla pagata. Una grande beffa.
Con la stessa identità del’uomo ragusano Spiaggia avrebbe aperto un conto corrente on line presso il Banco di Bilbao Vizcaya Argentaria e chiesto un prestito alla francese Younicredit di 7 mila euro per ristrutturare casa.
I servizi antifrode di Findomestic e Younited hanno capito che c’era qualcosa di strano. Il sistema di allerta ha funzionato. Hanno chiamato la persona che risultava avere presentato le istante. Risposta: “Non ne so nulla”. Un minuto dopo l’uomo ha chiamato la guardia di finanza.
Non è finita perché l’11 gennaio scorso il ragusano, sempre lui, ha ricevuto un cortese messaggio da Klarna Bank che lo ringraziava per il finanziamento acceso per comprare su Amazon uno smkartphone del valore di 998 euro.
Era molto attivo Spiaggia, nonostante gli arresti domiciliari. Dal suo telefono sono partite chiamate verso una decina di banche e società finanziarie. Insomma, secondo la Procura di Palermo, non ha smesso di fare ciò per cui era finito in carcere. Adesso vi ha fatto ritorno in virtù dell’aggravamento della misura cautelare decisa dal giudice per le indagini preliminari Cristina Lo Bue.
Lo scorso 7 novembre su richiesta della Procura i finanzieri di Bagheria avevano eseguito un sequestro da 820.000 euro. A tanto ammonta la cifra considerata provento di auto riciclaggio.