Incontri riservati, colloqui sottotraccia, vertici per tentare di rimettere a posto le tessere di un mosaico chiamato centrosinistra che va, sempre più, sgretolandosi. L’unità della coalizione a Palermo sembra ormai una chimera e anche ieri gli sherpa dei partiti hanno provato a ricucire uno strappo che sembra ormai inevitabile, fra chi sostiene Fabrizio Ferrandelli e chi invece chiede un’altra candidatura che sappia unire la coalizione. Il tutto a meno di due mesi dall’appuntamento elettorale e soprattutto a circa tre settimane dalla presentazione delle liste.
Già, perché i partiti devono fare i conti anche con questo grattacapo non da poco, così come i candidati che, nell’incertezza, hanno preferito non scrivere sopra manifesti e gigantografie il nome di un candidato sindaco ancora non certo al 100 per cento. Fabrizio Ferrandelli ostenta tranquillità, ma il rinvio della conferenza che avrebbe dovuto presentare le liste a suo sostegno la dice tutta sull’incertezza che si vive.
Gli occhi sono puntati sul Pd: dalla scelta dei democratici dipenderà, infatti, l’unità della coalizione alle prossime elezioni. Ma il pericolo che maggiormente allarma Bersani è la tenuta del partito. Se la direzione provinciale, che molti davano per imminente ma che non è stata ancora convocata, dovesse “scaricare” Ferrandelli, lo spauracchio di una scissione o comunque di pesanti ripercussioni sul partito si farebbe fortissimo. Meglio, quindi, preservare il Pd e sacrificare la coalizione: questo è almeno il ragionamento che Bersani fa a Roma. E non è un caso che anche Anna FInocchiaro ponga una condizione irrinunciabile per la scelta di un altro candidato: che ciò avvenga con il consenso del vincitore, ovvero Ferrandelli.
Ma ad agitare i sogni del Pd è anche il timore delle possibili conseguenze che un annullamento delle primarie avrebbe non solo dal punto di vista elettorale, ma anche giuridico. La questione potrebbe finire in tribunale, così come molti elettori potrebbero chiedere indietro l’euro versato ai gazebo. Di Girolamo intanto prende tempo, parla con tutte le anime del partito e cerca una quadratura del cerchio che, vista l’intenzione di non cedere di Ferrandelli, sembra sempre più una chimera. Nel frattempo, però, il tempo scorre. E mentre gli altri candidati sindaco partecipano a riunioni elettorali e mettono a punto i programmi, il centrosinistra deve ancora decidere se correre unito oppure no.