Pogliese resta per ora sindaco, La Russa pontiere ai tavoli romani - Live Sicilia

Pogliese resta per ora sindaco, La Russa pontiere ai tavoli romani

Intanto scoppia il caso "direttorio" dentro FdI Sicilia.

CATANIA – Salvo Pogliese rimarrà ancora sindaco di Catania (seppur neutralizzato dalla sospensione). Tutto rinviato. Questione di mesi, non di più. Dopodiché, l’ipotesi delle dimissioni, da virtuale diverrà reale. Non oltre il nove giugno, però. Quando a Palermo avrà inizio il processo d’appello sulle presunte spese pazze all’Ars (sive peculato).

Pogliese, in primo grado, è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. La rinuncia alla fascia tricolore dovrebbe permettergli di affrontare in maniera più serena i giudici, evitando che il peso dell’istituzione possa appesantire un già non facile giudizio. 

Calendario

Avesse presentato le dimissioni nella giornata di oggi, così come pronosticato dagli organi di stampa, Catania non avrebbe comunque agganciato il treno del ritorno alle urne entro la finestra di Primavera, assieme a Palermo e Messina. Il timone dell’Amministrazione resta dunque ancora per qualche mese nella mani di Roberto Bonaccorsi, chiamato a gestire più di uno snodo fondamentale.

Il primo: l’avvicendamento in giunta degli assessori che lasceranno per concorrere alle Regionali. Il secondo: tenere a bada i già dissestati conti comunali e impedire che la crisi energetica possa far ripiombare la città nell’anarchia. Lo scenario da evitare è innanzitutto quello di una Catania sommersa nuovamente dai rifiuti. 

Il partito

Salvo Pogliese resta intanto ai vertici di FdI, in tandem con Giampiero Cannella. Entrambi sono, rispettivamente, i coordinatori per la Sicilia orientale e occidentale dei meloniani. Ma saranno affiancati dal già ministro della Difesa, Ignazio La Russa, inaugurando una sorta di tavolo a tre funzionale a gestire lo spinoso dossier Regionali. Una scelta trapelata nella giornata di ieri e cha ha fatto esplodere un giallo. Il motivo? L’esponente proveniente da Paternò, ai piedi dell’Etna, non tornerà in Sicilia né come commissario né come capo di un presunto direttorio a cinque.

Una notizia che ha fatto saltare dalla sedia addirittura Giorgia Meloni. Da Roma è arrivato, infatti, un chiarimento che ha stoppato qualsiasi altra interpretazione volta a screditare il gruppo dirigente siciliano. “Il coordinamento regionale della Sicilia orientale presieduto da Salvo Pogliese, e quello della Sicilia occidentale presieduto da Giampiero Cannella – si legge – e nei confronti dei quali vi è la massima fiducia e considerazione, continuano ad esercitare in pieno la loro funzione specie in un periodo come l’attuale denso di impegni politici ed elettorali”. 

La Russa?

Non serve chissà quale raffinato lavoro esegetico, perché è la stessa nota emessa dall’ufficio stampa di FdI a mettere i puntini sulla faccenda: “Non vi è pertanto nessuna rivoluzione organizzativa – si legge ancora – né tantomeno uno stravolgimento degli attuali ruoli statutari ma soltanto il segno di una grande importanza che Fratelli d’Italia ripone nella Sicilia e per i prossimi appuntamenti elettorali”. 

Qual è dunque il ruolo di Ignazio La Russa? Oliare i rapporti con le altre forze politiche del centrodestra, ma sul versante romano. Perché oltre i piano regionale, serve chi possa interloquire contemporaneamente con Antonio Tajani, Matteo Salvini e Lorenzo Cesa sui tavoli nazionali. Insomma, quello delle Regionali in Sicilia non è un affare da lasciare ai soli siciliani. Troppo delicati gli equilibri in campo. 


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