Dimissioni Pogliese, ancora dubbi: il pressing per non lasciare - Live Sicilia

Dimissioni Pogliese, ancora dubbi: il pressing per non lasciare

I compagni di partito vorrebbero che il sindaco di Catania, seppur sospeso, non protocolli alcuna rinuncia

CATANIA – Sono i giorni più difficili della vicenda umana e politica di Salvo Pogliese. Lasciare la fascia tricolore? L’etica e l’opportunità gli suggerirebbero di sì. La responsabilità, invece, gli dice di permettere a Roberto Bonaccorsi e alla Giunta di non mettere la città nelle mani di un commissario mentre il dissesto è tutt’altro che superato.

Il sindaco di Catania è travagliato da un dubbio amletico. Un dubbio diventato ancor più insistente una volta appresa notizia che è stato rigettato l’ultimo ricorso presentato al tribunale circa la sospensione che lo ha interdetto dall’esercizio attivo delle sue funzioni. La sospensione. Prima ancora però, quando in consiglio comunale è esploso il caso Giuffrida, aveva convocato i più intimi per comunicare l’intenzione di staccare la spina, per poi fare un passo indietro momentaneo. 

Lasciare o no

La tentazione di lasciare è forte, quindi. Profonda. Il problema non è il se: è semmai il quando. La data sul calendario è quella di venerdì. Ma è possibile che possa slittare ancora, seppur di poco. Da mercoledì mattina è partito su Pogliese il pressing di quanti vorrebbero fargli cambiare idea. Si tratta, sopratutto, dei compagni di partito (e non solo). La fine anticipata della sindacatura, probabilmente una delle più complicate della recente storia catanese, avrebbe degli effetti a cascata ben oltre la città. 

Sia a Palermo che a Roma guardano con apprensione agli sviluppi. Ma anche con rispetto (umano). A quanto risulta, sempre venerdì, Pogliese potrebbe incontrare a Catania due big del calibro di Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida. I due fondatori di Fdi saranno le sera al Renzo Barbera per seguire la nazionale di Roberto Mancini e il giorno dopo nel capoluogo etneo per una difficile opera di convincimento.

Centrodestra sotto stress

Il calendario elettorale siciliano è già affollato. A stretto giro voteranno Palermo e Messina; mentre in autunno ci sarà la consultazione regionale. Tre tappe che stanno mettendo sotto stress il centrodestra isolano. Giorgia Meloni sta seguendo la vicenda passo passo. L’eventuale tornata catanese complicherebbe ancor di più il quadro, ponendo ulteriori difficoltà a Fdi, che è intanto è costretto ad assistere alle spaccature interne a Forza Italia sul nome di Nello Musumeci.

Il ritorno al voto fa paura anche a quai consiglieri comunali catanesi che non hanno alcuna tentazione di correre alle Regionali e che, invece, avrebbero bisogno ancora di un anno di tempo per preparare la campagna elettorale. Esigenze che Pogliese sta valutando a una a una. Poi però ci sono anche le ragioni istituzionali a fermarlo. Come detto, c’è il dissesto. Ma non solo: la questione energetica, strettamente connessa alla guerra in Ucraina, rischia di mettere nuovamente in ginocchio Catania sul doppio versante economico e sociale. 

L’opposizione

Durante la giornata di ieri, le chat degli addetti ai lavori risultavano bollenti. “Domani si dimetterà”. “No, ad aprile”. “Ha cambiato idea”. Un tam tam asimmetrico continuato anche durante la seduta del consiglio comunale. L’opposizione, nel frattempo, non è rimasta a guardare. Ecco Enzo Bianco: “Soffro davvero nel vedere Catania così, in ginocchio come mai nella sua storia, praticamente Senza guida da mesi – ha scritto –  Con un sindaco sospeso da tempo, per ben due volte. E, prima ancora, incapace di essere la guida dei catanesi”. 


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