Centrodestra: il Musumeci bis spacca la coalizione - Live Sicilia

Centrodestra: il Musumeci bis spacca la coalizione

Partiti in crisi e in ordine sparso. Aspettando l'ennesimo colpo di teatro.

PALERMO – “Scacco al Re”. Il messaggio laconico accompagna il comunicato che annuncia l’accordo su Cascio tra Prima l’Italia e Forza Italia. E lo invia via whatsApp uno dei registi dell’operazione che lavora alacremente dietro le quinte. 

Si apre così l’ennesima “giornata particolare” del centrodestra isolano dopo una notte cadenzata da sonni agitati. Complice il mancato accordo tra Fratelli d’Italia e Prima L’Italia della sera precedente. Ma andiamo con ordine (nonostante il caos, frutto però di machiavelliche mosse studiate nei minimi dettagli). L’accordo comprensivo di una quadra sulle regionali sfuma (complice l’impossibilità di dare l’ok al Musumeci bis da parte di Prima L’Italia). I salviniani vanno per la loro strada.

E il giorno dopo, in combutta con Miccichè, lanciano la candidatura di Cascio (al quale arriva anche l’endorsement del senatore Schifani che mette al riparo la frangia ortodossa del partito dall’ennesimo gioco al massacro) in ticket con Scoma (che poi ci ripensa, ma questa è un’altra storia). Il passo indietro del Carroccio sembrerebbe dire che, saltato l’accordo su Palermo i salviniani non faranno nessun passo indietro per Palazzo d’Orleans. Ma, per dirla con De Andrè, chi non terrorizza si ammala di terrore. E allora bisogna prestare attenzione alla mossa propedeutica che fa già tremare il fortino dei musumeciani qualche ora prima del comunicato bomba.

Arriva in mattinata l’annuncio che Prima l’Italia a Messina punterà le proprie fiches sul candidato di Cateno De Luca (uno dei più acerrimi nemici del Presidente). Germanà ha il mandato pieno di pieno di Matteo Salvini (al netto del tentativo del segretario regionale Nino Minardo che poco dopo prova ad aggiustare il tiro). Poco dopo la nota congiunta su Cascio apre le danze e semina il panico. Nel frattempo in casa meloniana si registrano fibrillazioni. Il rischio di isolamento (legato al combinato disposto del muro contro muro per il bis di Musumeci e alle mosse degli alleati) è concreto. E i dirigenti siciliani lo sanno, qualcuno teme un contraccolpo: una eventuale emorragia di candidati dalle liste. A questo punto più di un consigliere meloniano avrebbe suggerito a Musumeci di congelare il piano b delle dimissioni. “Un suicidio assistito se continua così”, dice più di un attore in gioco.

La possibilità di puntare tutto su Lagalla per rispondere alla mossa degli alleati è una exit strategy che però diventa vana poco più tardi arriva provvidenziale (per gli alleati anti-Musumeci) il passo indietro di Faraone e conseguente matrimonio con l’ex Rettore. La crepa è troppo profonda. I meloniani si giocano un asso nella manica: lanciano un appello a Berlusconi chiedendo di intervenire. L’appello lo fa in prima persona Giorgia Meloni. Ma dagli ambienti azzurri più di un dirigente lascia intendere che il Cavaliere ha affidato la pratica siciliana a Licia Ronzulli. “In Sicilia manca un federatore, si va a briglie sciolte”, commenta un big del centrodestra siciliano sconfortato dal quadro attuale (lineare come un’opera di Pablo Picasso). E non confortano le notizie che arrivano da Verona.

E se Fratelli d’Italia piange, Prima l’Italia non ride. O meglio, di certo non ride il coordinatore regionale Nino Minardo che su Messina annuncia la revoca del coordinatore provinciale (reo del via libera alla linea Germanà) che però è stato nominato da Matteo Salvini in persona e, pur firmando il comunicato congiunto con Miccichè per il via libera al ticket palermitano, certifica nei fatti la linea “Sammartino”: niet al bis di Musumeci. Al netto dei tentativi di mediazione con gli alleati portati avanti fino alla sera prima e prendendo atto che la linea di Salvini non è cambiata.  Si chiude così l’ennesima giornata al cardiopalma. In attesa di scoprire quale sorpresa troveranno oggi i dirigenti del centrodestra siciliano dentro l’uovo di Pasqua. 


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