Quello di Franco Saffila, per la Dda di Caltanissetta, è stato un omicidio di mafia. Ma se ne parlerà al rito abbreviato. L’imprenditore di Valguarnera Gabriele Giacomo Stanzù, 50 anni, ritenuto il mandante dell’omicidio del trattorista di Aidone, ucciso il 28 settembre 1998, ha chiesto tramite il suo difensore, l’avvocato Antonio Impellizzeri, dopo che il pm Gabriele Paci aveva chiesto il giudizio immediato. Di fronte al gup di Caltanissetta David Salvucci, il 21 giugno, non sarà quindi necessario sentire i sette testimoni che hanno parlato del delitto: si tratta di Carmelo Billizzi, l’esecutore materiale, Angelo Cavalieri, Crocifisso Smorta, Giuseppe Scicolone, Francesco Sarchiello, Emanuele Celona e Gianluca Gambino.
Stanzù, intanto, rimane in carcere. Per la difesa, l’imprenditore è innocente e l’arresto va annullato, perché le indagini difensive avrebbero smentito gli indizzi. L’accusatore principale di Stanzù è Billizzi, che ha confessato l’omicidio dicendo di essere stato incaricato dal boss Daniele Emmanuello, morto durante una sparatoria mentre stava per essere catturato. Emmanuello, che al momento dell’uccisione era nella lista dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, secondo Billizzi voleva fare un favore a Stanzù, che avrebbe protetto la sua latitanza.
L'imprenditore è accusato di essere il mandante dell'omicidio, risalente al 1998. Ma lui si difende: "Sono innocente".
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