Palermo, figlio del boss: "Nessun rapporto con mio padre" - Live Sicilia

Il figlio del boss candidato: “Nessun rapporto con mio padre”

Nicola Piraino e la replica a Tajani e Lagalla: "Sorpreso da questo clamore"
PALERMO 2022
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“Sono militare da 24 anni, ho giurato fedeltà alla Patria. Con la mafia e con mio padre non ho rapporti. Questo clamore mi ha sorpreso, ma sono assolutamente sereno e vado avanti con l’ambizione di cambiare il mio quartiere”. LEGGI ANCHE: Palermo al voto e la mafia, nuovo scontro Miceli-Lagalla

“I valori di chi indossa la divisa”

“Lagalla mi attacca? Forse non ha fatto il militare, altrimenti saprebbe quali sono i valori per chi indossa la divisa”. Così Nicola Piraino, figlio di Biagio arrestato due anni fa con l’accusa di gestire gli affari del boss mafioso della Noce, a Palermo, e finito al centro delle polemiche sollevate da Antonio Tajani e Roberto Lagalla perché candidato nella lista ‘Progetto Palermo’ di Franco Miceli.

Piraino racconta di avere lasciato Palermo quando aveva vent’anni, per arruolarsi nell’Esercito. “Ho vissuto una infanzia tranquilla, non frequentavo molto il mio quartiere di Cruillas perché fin da piccolo facevo ciclismo ed ero spesso in giro per la Sicilia con le squadre. Come militare ho fatto servizio in varie città, missioni in Iraq, in Kossovo e per diversi aiuti umanitari – dice – Ho la coscienza pulita, non ho rapporti con la mia famiglia d’origine: quando vivevo a Bologna vedevo i miei genitori una volta al mese. Vivo per la divisa, per mia moglie e mio figlio di dieci anni”.

Il rientro a Palermo

Sei anni fa è rientrato a Palermo per un problema di salute della suocera. “Faccio servizio nella caserma Scianna – aggiunge – Non sento mio padre da due anni, cioè da quanto è stato arrestato. Non so se è colpevole, magari cattive amicizie, non saprei”. Vive nel suo quartiere d’origine, a Cruillas. “Mi conoscono tutti nella zona perché giro con la divisa militare, di cui sono orgoglioso perché ho fatto tutto da solo, nessuno mi ha aiutato nella vita e ora mi sento realizzato – afferma – Ho deciso di candidarmi proprio perché voglio aiutare la gente per bene del quartiere”. Dice che il 23 maggio, per il trentennale della strage di Capaci, è stato davanti l’albero Falcone per la cerimonia conclusiva delle celebrazioni. “Vado ogni anno con i miei colleghi, per me è un dovere”, prosegue. Dieci anni fa si candidò nella lista per la VI circoscrizione con Massimo Costa, all’epoca candidato sindaco del centrodestra poi sconfitto. “Quella volta non fui eletto – conclude – Mi sono candidato con la lista Progetto Palermo perché il consigliere uscente Massimo Giaconia è mio amico d’infanzia, conosce la mia storia e quando ne abbiamo parlato sono stato felice di accettare”


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