CATANIA – Un appalto dell’estate del 2013 indetto dalla Regione Siciliana. Quello relativo alla progettazione e all’esecuzione dei lavori per realizzare la condotta fognaria per il coinvolgimento dei reflui provenienti da Aci Castello al vecchio allacciante del Comune di Catania con recapito finale al depuratore di Pantano D’Arci. Le indagini dell’epoca portarono a iscrivere nel registro diversi indagati tra cui il Rup del procedimento Salvo Puccio per il reato di abuso d’ufficio.
Secondo la tesi accusatoria, come si legge nel capo di imputazione, il professionista avrebbe procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Rti Comer e Cospin alla quale è stata affidata – previa illegittima esclusione della prima aggiudicataria Valori scarl – l’affidamento provvisorio dei lavori. E in particolare avrebbe indotto in errore i dirigenti sulla legittimità del provvedimento di revoca.
Ricostruzione che il difensore di Puccio, l’avvocato Giuseppe Sapienza Quattrocchi, ha respinto in tutto il processo penale ritenendo accertato che il Rup non avesse indotto in errore il direttore generale Marco Lupo ed il direttore generale Domenico Armenio sulla legittimità del provvedimento di revoca alla “Valori scarl” alla quale erano stati inizialmente affidati i lavori ed al successivo affidamento alla seconda aggiudicataria “RTI Comer e Cospin”.
Il penalista ha inoltre evidenziato anche nella sua memoria difensiva come la questione fosse già stata affrontata anche dal Consiglio di Stato, Sezione 4, che con la sentenza 649/2016, scaturita dall’esito del contenzioso tra la “Valori scarl” e la “ATI Comer” e “Cospin”, ha legittimato l’operato della Stazione Appaltante e, quindi, anche del rup Puccio Salvo. Il gup Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo ieri, a fronte di una richiesta della pm d’udienza di una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, ha assolto Puccio per non aver commesso il fatto.
“Finalmente, è stata restituita dignità ad un uomo come Puccio Salvo che, nella qualità di Rup, ha sempre agito con rigore ed imparzialità – commenta il difensore – nell’interesse della Stazione Appaltante tant’è che tutte le determinazioni prese sono state sempre ritenute legittime”.