Appalti e mazzette: arrestati funzionari e imprenditori NOMI - Live Sicilia

Appalti e mazzette: arrestati funzionari e imprenditori NOMI

Teatro del sistema criminale il Genio Civile di Catania
GUARDIA DI FINANZA
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CATANIA – Il Genio Civile di Catania sarebbe stato il teatro di un sistema, ben congegnato, di corruzione. Il vento di arresti già soffiava lo scorso giugno quando i Finanzieri sono arrivati in via Lago di Nicito per acquisire documenti e atti inerenti alcuni appalti. Un blitz dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria che ha portato anche alle dimissioni del capo dell’ufficio Natale Zuccarello e dell’ingegnere Saverio Verde nelle mani del direttore del Dipartimento regionale Tecnico, Salvatore Lizzio, che poi ha assunto la direzione in interim.

Natale Zuccarello e Saverio Verde sono due dei sei indagati finiti al centro dell’operazione Genius, coordinata dal pm Fabio Regolo. I due (ormai ex) dirigenti del Genio Civile di Catania sono finiti in carcere assieme agli imprenditori edili Nunzio Adesini e Rocco Mondello. Il gip di Catania, ha disposto, gli arresti domiciliari nei confronti di Ignazio Carbonaro, un altro funzionario del Genio civile di Catania. Infine, divieto di esercitare l’ufficio di amministratore delegato nei confronti di del Consorzio Artigianale Edile Comiso (C.A.E.C.), Sebastiano Caggia. Le accuse sono – a vario titolo – corruzione, turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico. 

Al centro dell’inchiesta delle fiamme gialle alcuni appalti pubblici del valore di 4 milioni di euro. E precisamente il consolidamento di dissesti stradali, causati da smottamenti, nell’area del Comune di Aci Catena, la sistemazione e all’ammodernamento di una strada provinciale a Catania, i lavori di recupero del sedime portuale, anche ai fini della messa in sicurezza per gli utenti e i lavoratori, del porto di Catania. 

Gli ingegneri Natale Zuccarello e Saverio Verde, e il funzionario Ignazio Carbonaro, nell’ambito di alcune opere pubbliche gestite dal Genio di Catania, “avrebbero favorito, dietro pagamento di una somma di denaro o altre utilità, la società di costruzioni di Gela Nurovi srl, rappresentata da Nunzio Adesini e Rocco Mondello. 

Appalto per appalto ci sarebbe stato un preciso disegno criminale scoperto dalla Guardia di Finanza. Per “i lavori relativi al dissesto delle strade del Comune di Aci Catena, Zuccarello e Verde avrebbero redatto un falso verbale”, dichiarando un aggravamento dello stato di dissesto della “collina Vampolieri”. Questo avrebbe portato a un innalzamento del valore della commessa da “150.000 euro a 260.000 euro”

Invece in “riferimento ai lavori relativi alla sistemazione della strada provinciale 192”, Zuccarello e Verde, con Ignazio Carbonaro, “avrebbero falsificato il verbale di selezione delle ditte che avrebbero dovuto partecipare alla gara per l’aggiudicazione dei lavori”. Avrebbero “attestato di essersi riuniti e aver estratto a sorte le ditte partecipanti”, ma in realtà le avrebbero già scelte.

Zuccarello e Verde avrebbero anche trovato il “trucchetto” per “aggirare il principio di rotazione delle società che potevano partecipare alla gara per l’aggiudicazione dei lavori” al fine di “favorire la Nurovi”. Il sistema avrebbe portata ad affidare l’appalto al “Consorzio Artigianale Edile Comiso, rappresentato da Sebastiano Caggia”. Casualmente era entrata a far parte  Corsorzio – poco prima della gara – la Nurovi. Che poi avrebbe ricevuto il compito dei lavori dal Caec. 

Per queste due commesse Adesini e Mondello avrebbe consegnato 5 mila euro all’ingegnere Zuccarello. E avrebbero promesso altri 25 mila euro allo stesso indagato e 5 mila euro a Verde. 

Le indagini, poi, hanno portato la Finanza al Porto di Catania. L’appalto che è finito nell’ordinanza del gip è quello dei “lavori di sistemazione dello scalo portuale etneo aggiudicati nel 2018”. Natale Zuccarello “avrebbe ricevuto da Adesini una tangente – non ancora precisamente calcolata – “al fine di favorire, come poi è avvenuto, l’aggiudicazione dei lavori alla Nurovi”. 

L’inchiesta, lo scorso giugno, quando erano trapelate le notizie delle perquisizioni e dei sequestri di somme di denaro, ha portato diverse reazioni politiche e sindacali. Il dito era puntato sul governo Musumeci che aveva affidato un incarico strategico a Zuccarello proprio in tema di opere pubbliche.


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