CATANIA – Giancarlo Cancelleri ha le idee chiare sul suo futuro. “La mia candidatura è sul piatto”, dice l’ex sottosegretario ai Trasporti e volto storico del Movimento Cinquestelle in merito alla sfida delle amministrative di primavera. E traccia un quadro dello stato dell’arte della città di Catania, rispondendo anche a una delle obiezioni più frequenti. “E’ vero, io a Catania non ci sono nato, ho fatto di più, molto di più: l’ho scelta! Per viverci, per creare la mia famiglia e crescere i miei figli. Questo è qualcosa che va oltre la semplice casualità del nascere in un luogo, è la consapevolezza di voler vivere in una grande e straordinaria città”, spiega Cancelleri e lancia il guanto di sfida alla corazzata del centrodestra etneo.
Cancelleri, andiamo subito al sodo. Rumors sempre più insistenti vorrebbero lei o la sua collega Catalfo in pole per la sindacatura. La sua disponibilità c’è?
Andrò subito al sodo anche io. La mia candidatura è sul piatto. Da quando faccio politica è sempre successo che a candidarmi siano stati gli altri. Da quando vivo a Catania, da più di un anno ormai, sono le persone che mi chiedono di candidarmi, in tanti e ne sono lusingato, ed ho sempre risposto a tutti che se fossero stati al mio fianco io sarei stato disponibile. Il Movimento 5 Stelle saprà trovare la giusta quadra per una proposta di grande unità e con un programma serio e realizzabile. Catania ha bisogno di rialzarsi e noi sappiamo come fare.
Secondo lei ci sono i margini per ricompattare a Catania il fronte progressista sacrificato sull’altare delle politiche?
Io credo che l’anno prossimo si svolgerà una battaglia di visioni. Quella del centrodestra che ha portato allo sfacelo questa città, l’ha umiliata, peggiorata, ebbene quella visione l’abbiamo già vista, dall’altra parte ci siamo noi che non abbiamo nessuna responsabilità in questo disastro ma che vogliamo prenderci la responsabilità di rialzare Catania e rimetterla in forze. Il governo nazionale togliendo il RDC non ha rispetto per le nostre periferie, un dato su tutti è quello sulla dispersione scolastica. È incredibile come nei quartieri popolari stiamo perdendo l’occasione di investire sul futuro attraverso la scuola, i servizi sociali. Il problema è che se non investono le istituzioni sane su questi giovani, poi ci pensa la criminalità organizzata. Al tempo stesso il centrodestra col suo mal governo sta impoverendo anche le persone che investono e fanno impresa. Sono abbandonati e questo è inaccettabile, pensate alle difficoltà che incontrano gli imprenditori che hanno trasformato la pescheria in un asset economico straordinario, chi ha governato questa città correva a farsi le foto in quello scenario di ombrellini variopinti, un minuto dopo negava però agli stessi imprenditori ogni confronto per trovare le giuste soluzioni ai tanti problemi. La questione quindi non è solo ricompattare il fronte progressista, è avere un’idea di Catania tra trent’anni. Cominciamo a parlare di soluzioni e progetti, adesso. Chi ci sta è il benvenuto.
Lei nisseno doc da qualche mese si è trasferito a Catania. Secondo lei questo la penalizza nella corsa alla sindacatura?
E’ vero, io a Catania non ci sono nato, ma mi permetterà di dire che ho fatto di più, molto di più: l’ho scelta! Per viverci, per creare la mia famiglia e crescere i miei figli. Questo è qualcosa che va oltre la semplice casualità del nascere in un luogo, è la consapevolezza di voler vivere in una grande e straordinaria città. Chi mi accusa di non essere catanese, oltre a non avere argomenti, non si è accorto che i catanesi non si sono mai fatti condizionare da logiche così piccole, dei quattro sindaci eletti direttamente dal popolo, solo Pogliese era nato a Catania. Credo invece che i catanesi abbiano voglia di vedere all’azione qualcuno che si occupi con determinazione della ripresa della città e le posso assicurare, perché in questi anni l’ho dimostrato con forza nel mio ruolo di viceministro al ministero delle infrastrutture, che conosco solo questo come modo per fare buona politica.
Parliamo della città. Che giudizio dà dell’esperienza targata Salvo Pogliese?
Al di là della mia trascurabile opinione, il giudizio vola tra le bocche dei catanesi: una città non amministrata, senza un’idea, senza una prospettiva. Una città pericolosa che abbandona le periferie, una città dove il rischio d’impresa si moltiplica perché chi investe viene lasciato da solo, una città dove troppe cose non funzionano. Catania rappresenta in toto il fallimento del centrodestra.
Nel suo lavoro a Roma, se non sbaglio, le è capitato di occuparsi della città etnea…
Quando parlo di idee ed amministrazione parlo anche della mia esperienza da viceministro alle infrastrutture dove la mia azione su Catania si è basata sulle esigenze delle persone. Un esempio? Catania oggi è l’unica città siciliana ad avere un servizio di metropolitana fino alle 22:30 esteso con il metro shuttle fino alle 2 del mattino, ma da giugno il servizio sarà interamente svolto su rotaia, quindi meno traffico, più sostenibilità ambientale e soprattutto una ventina di posti di lavoro in più, tutto ciò grazie all’impegno che abbiamo messo al Ministero in questi anni. Catania oggi è la città siciliana con gli standard più europei. In questi anni alla metropolitana di Catania sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro circa per il prolungamento della tratta ed il miglioramento dei servizi e, me lo lasci dire con orgoglio, c’ero io in quel ministero a spingere per questi risultati. Quando parlo determinazione per cambiare le cose intendo proprio questo, se mi convinco di raggiungere un obiettivo non mollo fino alla fine, ho la testa più dura della pietra di Catania (ride).
Nella città dell’Elefante ci sono 60mila percettori di reddito di cittadinanza, su una popolazione di 300mila cittadini. Che conseguenze possono esserci per la tenuta sociale della città con i provvedimenti presi dal governo Meloni?
Molti utilizzano lo spauracchio della tenuta sociale quasi come una minaccia ed io penso che comunque una persona disperata può fare delle sciocchezze. Vorrei spostare un attimo il focus: facciamo un giro nei quartieri popolari? Vogliamo ascoltare la disperazione di chi oggi rischia di non poter comprare le medicine? Di non poter andare dal dentista? E cosa ne pensano coloro che attaccano tanto questa misura di welfare di chi rischia di arrivare a mani vuote a Natale davanti ai propri figli? Quale alternativa sta offrendo il governo a queste persone? Siamo sotto Natale, a me sembrano decisioni degne di Ebenezer Scrooge. Forse dovremmo parlare meno del reddito come questione di principio e accorgerci che dietro ad una scelta ci sono le lacrime e i sorrisi delle persone. Poi mi lasci aggiungere che ci sono tantissimi commercianti ed imprenditori che sono contrari a togliere il reddito di cittadinanza, ebbene si, perché grazie a questo giro di denaro si è messa in moto una economia trasparente fatta di denaro che viene regolarmente speso per fare la spesa e comprare abiti e servizi di prima necessità, in Sicilia viene speso 1 miliardo di euro all’anno, vanno tutti a finire nelle tasche di onesti lavoratori.
Tre criticità sulle quali intervenire per rilanciare Catania
Waterfront, Sicurezza e pulizia. Ovvero Turismo, Turismo, Turismo. Uno studio recente ha mostrato come una delle principali ricerche su Google sia “cosa visitare a Catania”. Restituire ai cittadini il diritto al mare o riprendere il progetto del lungomare liberato significa aprire spazi di economia e benessere. Il nostro porto deve essere sempre più un luogo dinamico, bello a vedersi, un biglietto da visita. Ho parlato più volte con il Presidente dell’autorità portuale Francesco Di Sarcina con il quale ci siamo confrontati su come prevedere interventi strutturali che non siano impattanti ma che anzi creino valore. Vi sembra normale che dobbiamo invidiare la pista ciclabile a Comuni più piccoli? Con dei trasporti che funzionano Catania può essere tutta attraversata riducendo smog e traffico ed è un peccato obbligate i cittadini alla macchina. Questo significa far risparmiare i cittadini e creare denaro. È assurdo che l’amministrazione non veda l’eccezionale potere economico che ha questa città! Lo hanno visto i singoli cittadini che stanno creando benessere. Possiamo sostenerli? Sugli altri due temi, beh la scorsa amministrazione ha lasciato macerie talmente profonde che non resta altro che rimboccarsi le maniche partendo dall’illuminazione di interi zone da sempre pericolosamente al buio, da protocolli per una presenza più rassicurante di forze dell’ordine e per scrivere la parola fine a questa raccolta rifiuti medievale, sono davvero stanco di vedere la città che dal pomeriggio si popola di sacchi di immondizia ai lati dei portoni, ci sono metodi più civili e sostenibili.
Non teme che il centrodestra si compatti? In quel caso crede sia possibile giocarsi la partita delle amministrative catanesi?
Credo che i Catanesi siano sfiduciati e che questo centrodestra abbia fallito in tutto. Non ho paura di affrontare le sfide, da quando faccio politica mi sono sempre confrontato con situazioni che sembravano impossibili, alcune talmente tanto che qualcuno disse la mitica frase: “se ci riesce mi dimetto”, poi io il viadotto Himera sulla A 19 l’ho riaperto, lui però non si è dimesso. Lo sappiamo tutti che non è vero che se il centrodestra è unito è imbattibile, questa è una frase vuota, donne e uomini di buona volontà possono sconfiggere qualunque armata politica abbiano davanti, basta crederci e non mollare mai. Conosco il dinamismo della comunità catanese e davanti all’opportunità di tornare fieri della propria città non ci sarà centrodestra che tenga.