TRAPANI – Il pubblico ministero Sara Morri ha chiesto oggi al collegio del Tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Enzo Agate, la condanna a 21 anni e 5 mesi per l’imprenditore Matteo Bucaria, imputato di essere stato il mandante del tentato omicidio del cognato, Domenico Cuntuliano. Episodio criminoso che risale al 2013 e per il quale è stato condannato a 12 anni l’ex fontaniere del Comune di Trapani, Gaspare Gervasi. Gervasi fu arrestato proprio su indicazione del Cuntuliano che riuscì a salvarsi dai colpi di arma da fuoco esplosi contro di lui da colui il quale doveva essere il suo sicario, che per fortuna riuscì solo a ferirlo anche gravemente. Proprio sul finire della sua detenzione Gervasi fu intercettato a scrivere dal carcere delle lettere a Bucaria, dove gli chiedeva denaro. Interrogato svelò che a Cuntuliano aveva sparato su incarico del cognato.
Le accuse di Gervasi in aula
Oggi Gervasi è tornato libero e in aula ha ripetuto le sue accuse, non nascondendo però ragioni di astio che già al tempo del tentato omicidio di Cuntuliano lo vedevano litigato con l’imprenditore. E questa in particolare da quando, negli anni ’90, Bucaria aveva deciso di svelare il sistema di appalti pilotati gestito da Cosa nostra trapanese. In aula Gervasi non ha negato dei legami con il mafioso Vincenzo Virga, capo della mafia trapanese. Nonostante i rapporti personali interrotti, Gervasi ha raccontato di avere accettato l’offerta di 50 mila euro da parte di Bucaria per uccidere il cognato. Bucaria venne arrestato dalla Polizia nell’agosto 2020 e dallo scorso mese di maggio è ai domiciliari. Durante il processo è stato sentito ed ha respinto ogni accusa.
La tesi della Procura
Il pm Sara Morri oggi ha ripercorso le indagini e l’esito dell’istruttoria dibattimentale, confermando l’avvenuto raggiungimento delle prove che confermano la tesi della Procura e cioè che Bucaria voleva morto il cognato per questioni di contrasto economico. Le tesi offerte dalla difesa per il magistrato non sono sostenute da alcun riscontro. Da qui la pesante richiesta di condanna. Ha discusso anche la parte civile, Cuntuliano è rappresentato nel processo dall’ex pm oggi avvocato Antonio Ingroia. La parte civile ha chiesto un risarcimento di 1 milione di euro. Il processo adesso è stato rinviato al 23 gennaio quando discuterà la difesa, con gli avvocati Giovanni Liotti e Nino Reina.