PALERMO – Si farà o non si farà? Sulla continuazione dell’iter per la costruzione del Centro direzionale della Regione Siciliana in via Ugo La Malfa è caduto lo spettro del dubbio.
A causarlo è l’articolo 15 della legge finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana, un articolo varato su proposta della deputata leghista Marianna Caronia. La norma ha cancellato il finanziamento per l’acquisizione del terreno dove il centro direzionale dovrebbe sorgere “dirottando” i 20 milioni previsti per la riqualificazione di immobili regionali da destinare a nuove residenze universitarie.
D’Urso: “Anche senza quel finanziamento l’opera si può fare”
Senza terreno, così, salterebbe l’intera realizzazione dell’opera. Ma c’è chi, come l’ingegnere Tuccio D’Urso, ex dirigente generale della Regione e ideatore dell’operazione, non è d’accordo con questa ricostruzione. “Il finanziamento – spiega D’Urso – era inutile, uno spreco di danaro. Ha fatto bene l’onorevole Caronia a proporne la abrogazione. Fra un anno, infatti, quel terreno ritornerà di proprietà dell’amministrazione nel momento in cui sarà risolto il contratto con il fondo immobiliare. Consigliai io stesso al Presidente Musumeci di non procedere all’acquisto”.
Secondo l’ex burocrate quindi la cancellazione del finanziamento non interrompe l’iter per la realizzazione dell’opera dato che, con l’avvio verso il fine vita del fondo di gestione degli immobili della Regione, quest’ultima potrebbe opzionare il terreno di via Ugo la Malfa riottenendo la proprietà senza spendere denaro. Con la chiusa del Fiprs, infatti, la Regione dovrebbe ottenere immobili del valore equivalente alla quota parte del fondo di cui la Regione stessa è titolare.
Per D’Urso il Centro direzionale si deve fare e si deve fare lì. D’altronde “una legge specifica – dice – ne ha imposto la realizzazione nel territorio della città di Palermo. Non è una scelta discrezionale è un obbligo”. La norma della legge di stabilità del 2019 con cui l’Ars ha deciso che il centro direzionale si deve fare, d’altra parte, non è stata intaccata dall’emendamento Caronia.
Quella disposizione, però non individua il luogo in cui il progetto deve essere realizzato.
E nel frattempo “è necessario non perdere tempo – sottolinea Tuccio D’Urso – l’attività dilatoria, infatti, finirebbe per rendere maggiori gli esborsi della Regione verso i privati e porterebbe al rinnovo dell’attività della società la cui proprietà non sembra tracciabile. Questo sarebbe un vero spreco di denaro pubblico”.
Caronia, tutti i dubbi sul centro direzionale della Regione in via La Malfa
Dal canto suo Marianna Caronia tiene a sottolineare come la sua non è una posizione contraria al centro direzionale ma alla realizzazione dell’opera in quel luogo. “È posizionato in una zona in cui non c’è nessuna mobilità a sostegno: non ci sono né tram né altri servizio. Inoltre, nasce senza essere stato inserito dentro una adeguata pianificazione territoriale e in quell’area ci sarebbero anche problemi di carattere idrogeologico che comporterebbero ingenti investimenti solo per la messa in sicurezza del territorio”.
I motivi del no della deputata continuano: “Appena il progetto sarà approvato occorrerà fare una variante urbanistica a un piano regolatore, quello di Palermo, non ancora approvato. Si tratta quindi di un iter sub iudice perché il consiglio comunale ha una competenza assegnatagli dalla legge sul tema e potrebbe anche bocciare l’opera”.
A mettere contro la deputata anche la paura del traffico. “Occorre pensare – dice Caronia – che oltre 6mila dipendenti, più addirittura quelli delle partecipate, dovrebbero recarsi in quel luogo attraverso viale Regione Siciliana enfatizzandone il ruolo di strada urbana e finendo per penalizzare gli spostamenti verso l’aeroporto se consideriamo che bastano due gocce d’acqua per boccare gli assi viari esistenti.
Un progetto da bocciare quindi con risorse che invece, per Marianna Caronia, è meglio destinare “alle residenze universitarie dato che in Sicilia mancano posti letto in tutte le università. La Regione potrà acquistare e riqualificare gli immobili investendo così sul futuro dei giovani e sull’attrattività delle sue università e città”.
Ma oggi si inizia a parlare di Pedemontana, un’opera la cui realizzazione è ancora un’idea più che un progetto e che però eliminerebbe almeno una parte dei problemi segnalati da Caronia. Aumenterebbe, fa notare infatti Tuccio D’Urso “la fruibilità del sito dell’ente minerario, prevedendone uno svincolo quasi di fronte”.
Con lo stop la Regione brucerebbe 3 milioni
Infine, c’è il fatto che per questo progetto la Regione ha già speso delle risorse. La progettazione definitiva dell’opera è stata affidata per la realizzazione in quel luogo. Anche se il contratto non è stato firmato c’è già un’aggiudicazione che vale 2 milioni a cui si somma il milione di euro che è costato il concorso di idee.
Non fare l’opera vorrebbe dire, dunque, bruciare circa 3 milioni di euro mentre chi sostiene la realizzazione del centro direzionale afferma che l’operazione sarebbe quasi a costo zero in quanto i 450 milioni circa che servirebbero a realizzare il centro direzionale equivalgono al valore di dieci anni di affitti. Palazzo D’Orleans spende infatti circa 40 milioni di euro anno per le sedi delle strutture regionali.