Non ci stanno e chiedono una ‘riunione urgente’ sui precari Covid. Sono le sigle sindacali che non hanno firmato il protocollo proposto dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo per un percorso di stabilizzazione. “Come è noto dalla cronaca degli ultimi giorni – si legge in una nota siglata da Fp Cgil, Uil Fpl, Fials, Csa, Fp Cgil Medici, Uil Fpl Medici Fvm Confitesa – le scriventi hanno, responsabilmente, ritenuto di non sottoscrivere il protocollo di intesa sulle stabilizzazioni dei precari COVID 19 della Regione Siciliana, proposto dall’Assessore della Salute, in conseguenza del mancato accoglimento di tre indispensabili condizioni”.
I motivi della discordia
Riassumendo dal comunicato, si chiede: “La sospensione di tutte le procedure concorsuali e di mobilità, avviate dai Commissari Straordinari delle Aziende Siciliane, atteso che la corsa alla definizione delle procedure di reclutamento di personale dall’esterno rischia di svuotare l’accordo stesso, per carenza di posti in organico”. Si chiede anche il “mantenimento in servizio dei precari” e “del personale dei ruoli tecnico e professionale, in attesa delle successive determinazioni del Governo Nazionale”.
Il protocollo contestato
La maggioranza delle sigle non ha firmato, nonostante l’ottimismo del comunicato assessoriale che descriveva: “Un primo passo importante per cui abbiamo lavorato ininterrottamente e concretamente. A guidarci verso questo risultato, assieme ai sindacati firmatari, la volontà di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali oltre a quella di valorizzare appieno la professionalità acquisita da questi lavoratori, che hanno sostenuto la nostra sanità nel momento più complicato. Nuove opportunità si apriranno per loro anche con la realizzazione della rete territoriale prevista dal Pnrr”.
La sfida per i posti
Sullo sfondo, si staglia la più classica delle battaglie fra i tanti che concorrono per un numero di posti, alla fine, limitato. “Tale processo di stabilizzazione (dei precari Covid, ndr) dovrà avvenire in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale e nei limiti di spesa – si legge nel documento di piazza Ziino -. Le Aziende, preliminarmente, devono aggiornare, entro trenta giorni dalle notifiche del presente protocollo, i rispettivi piani di fabbisogno del personale in considerazione delle sopravvenute cessazioni di rapporti contrattuali, delle procedure di stabilizzazione in itinere, nonché dei reclutamenti già perfezionatisi in applicazione di precedenti stabilizzazioni”. Come dire: devono verificarsi diverse condizioni e le platee interessate sono più di una. (rp)