PALERMO – Il numero degli alunni dall’anno scolastico 2013-2014 a quello in corso è passato da 773.425 a 678.482, con un decremento complessivo pari a 94.943 alunni negli ultimi 10 anni.
Per quanto riguarda l’anno scolastico 2022-2023, si registra un decremento di alunni pari a 12.151 rispetto l’anno scolastico 2021-2022. Lo dice il report dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia.
“Conseguentemente – dice Usr Sicilia – al decremento degli alunni e per gli effetti dei processi di dimensionamento della rete scolastica, anche le istituzioni scolastiche sono significativamente diminuite nel corso dell’ultimo decennio. Si è, infatti, passati dalle 889 istituzioni scolastiche nell’anno scolastico 2013-2014 alle attuali 812, 77 in meno nell’ultimo decennio.
Docenti e personale educativo
Nell’anno scolastico in corso le istituzioni scolastiche sono 812 con un numero di plessi (punti di erogazione del servizio) pari a 5.808. Il numero degli alunni è pari a 678.482, distribuiti in 35.769 classi. Per quanto riguarda il personale scolastico, si rilevano 63.249 docenti su posti comuni e 25.425 docenti su posti di sostegno, 22.235 personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) e 155 personale educativo (PED).
Nell’anno scolastico 2020-2021 in Sicilia nella scuola media di I grado ci sono stati 660 abbandoni (7336 in Italia). Nel pasaggio tra il I ciclo e il secondo ciclo dall’anno scolastico 2020-2021 al 2021-2022 gli abbandoni sono stati 563 (in Italia 5149). Nel 2020-2021 gli abbandoni nella scuola media di secondo grado sono stati 6322 (68232 in Italia). Lo dice il report dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia.
L’Usr Sicilia cita l’altro indicatore della dispersione scolastica, esplicita, l’Early leavers from education and traning (ELET) con cui si prende come riferimento la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni e non più in formazione. La Sicilia fa registrare una dispersione del 19,4% di giovani in questa situazione a fronte del 13,1% per l’Italia (Dati Eurostat 2021).
A livello nazionale, l’ISTAT nel dominio istruzione e formazione individua due indicatori di dispersione scolastica: l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione; i giovani che non lavorano e non studiano (Neet), dice l’Usr. L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è la percentuale di persone 18-24 anni con il diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media) che non sono in possesso di qualifiche professionali regionali ottenute in corsi ottenute in corsi con durata di almeno 2 anni e inserite in un percorso di istruzione o formazione rispetto al totale delle persone di 18-24 anni.
I Neet
Il valore percentuale della Sicilia nel 2021 è pari al 21,2%, a fronte di un valore medio nazionale di 12,71%. L’indicatore Neet, giovani che non lavorano e non studiano, riguarda invece la percentuale di persone di 15-29 anni né occupate né inserite in percorso di istruzione o formazione sul totale delle persone di 15-29 anni. Per il 2021 in Sicilia il valore percentuale dei Neet è 36,3%, a fronte di un valore medio nazionale di 23,07%.
Le cause dell’abbandono
I dati sulla dispersione nell’anno scolastico 2021/2022 indicano che sono 5.909 i casi rilevati: 3.361 afferiscono alle frequenze irregolari, 1.194 all’abbandono, 838 all’evasione scolastica. Lo dice il report dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia secondo cui “le cause afferiscono nel 50% dei casi a comportamenti problematici dell’alunno, 45% a problematiche familiari e il 5% a disagi psicologici provocati dalla pandemia (ritiro sociale, etc)”. Mancano all’appello i dati relativi alle scuole paritarie private e comunali e agli IeFP, Istituti di Istruzione e Formazione Professionale. L’indice di dispersione scolastica globale (IDSG) per ordine scuola, sia a livello regionale che di singola provincia, confrontato tra l’anno scolastico 2018-2019 e quello del 2021-2022 indica un leggero calo: nella primaria si è passati dallo 0,56% allo 0,48%, nella secondaria di primo grado dal 3,72% al 2,81%, in quella di secondo grado dal 10,74% al 6,74%