CATANIA. Tornano, e sono tornati in gran forma, a tenere alto il vessillo del rock nostrano. Ecco “Manna”, il ritorno dei “Cuori Selvaggi” (nome tratto dal cult-movie del ’90 di David Lynch “Wild at heart”): un Ep (Extended Play) con 4 brani dal titolo “Manna” sulle principali piattaforme musicali di distribuzione online (Spotify, Youtube, Boomplay, Bandcamp, Deezer, I-Tunes, etc.).
Il minialbum è composto da due tracce in italiano e due in siciliano (Manna, che contiene una parte rap in italiano e A Figghia du Pasturi, con la partecipazione straordinaria all’organo di Dino Scuderi, ex De Novo e già direttore del musical Jesus Christ Superstar nonché di varie altre opere musicali di successo nazionale).
Il gruppo è rimasto fedele alla sua composizione storica con Giuseppe Scarcella ai testi e cantante, Cristian Longobardo alle chitarre, Domenico Rossi al basso e Peppe Pullia alla batteria. Arrangiamenti e musiche sono di tutto il gruppo, missaggio e mastering di Longobardo nel suo studio umbro (a Foligno) del “Magical Mistery Room”.
Manna è stato scritto e composto a distanza, in parte sotto il lockdown , e completato nel 2022. Tratta varie tematiche come quelle sentimental-conflittuali in “Ambedue”, col classico dualismo fra cuore e ragione, un incitamento a ricercare un equilibrio spesso impossibile con una ritmica prorompente, ballabile ed energica e un cantato squillante e potente, miscelato a chitarre essenziali e taglienti a tratti reggheggianti. “Manna” è la descrizione del fatalismo siciliano che aspetta la liberazione dall’esterno e una sana riflessione sulle potenzialità della Sicilia mista alle sensazioni del sempiterno fenomeno migratorio interno e dei fugaci ritorni a riassaggiare occasionalmente l’Isola, madrepatria e matrigna.
“A Figghia du Pasturi (Libera)” è una metafora della fuga dalla provincia e dal Sud che però non sempre è realizzazione, parla di un fugace abbandono della vita agreste per assaporare una presunta libertà cittadina piena di insidie e neoschiavitù. Infine “Vivide Immagini”, ballata melodiosa, intimista e sognante, a tratti impressionista, che pennella e colora momenti malinconici e intensi di vita, vissuta dentro una società indifferente e distratta però altamente condizionata dalle stesse immagini e dimensioni mistiche che si sforza di ignorare per non pensare anche nella nuova droga della virtualità. Un lavoro davvero pregevole e interessante della rock band peloritana che rende merito alla sua lunga storia.
“Ci sono fasi temporali come queste – dice l’autore e voce Giuseppe Scarcella – piene di scossoni economici, conflitti, crisi di socialità, eccessi social, che come medicina hanno proprio bisogno di una musica più energica, non solo nei suoni ma anche nei testi, per stimolare il pensiero, per sollecitare mente e cuore e tutte le vibrazioni possibili…ci abbiamo provato con questo Ep anche per dire che siamo ancora presenti”.
“Come definiremmo la nostra musica? Come un tentativo originale di contaminazione, un crossover di rock letterario con diverse influenze miste a sonorità mediterranee, con un recente inserimento subliminale di suoni elettronici…suoni mediterranei ma senza pescare nel folk. L’utilizzo a volte del dialetto è una naturale propensione per tentare di esprimere un’energia musicale originale, del nostro Sud, con un linguaggio che più è diretto e più esprime forza, sia nelle liriche che nelle sonorità”.
“Nel cosiddetto rock, che abbraccia ormai varie tendenze, potrebbe esistere una via siciliana che non travasi tal quale gli stili musicali anglosassoni in un linguaggio italiano o dialettale. Ma che sappia sfruttare la carica dello slang o del testo per esprimere energie originali di questa terra in chiave rock e non solo, basta che vi sia energia…altre isole come Irlanda, Islanda e la stessa Inghilterra (con la sua grande storia musicale) lo hanno saputo fare molto bene, la Sicilia fa della sua originale insularità ormai un buon marchio, visitata da star e network Tv internazionali e da fior di artisti alcuni dei quali vengono a svernare e comprano casa, è nelle sue corde artistiche sapere stupire e ammaliare. Umilmente stiamo provando a dare forma e suoni a tutto questo”.
“Il futuro? Scrivere e comporre ancora nuovi inediti il siciliano, italiano e altre lingue, trovare i giusti modi e location live che possano valorizzare e dare il giusto ascolto, infine la stessa via dell’autoproduzione fatta bene che oggi è facilitata dalle nuove tecnologie e lascia importanti margini di libertà”.
Come connettersi con “Cuori Selvaggi”
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