"Chinnici, arrivo dirompente... Micciché? So perdonare"

“Chinnici, arrivo dirompente… Micciché? So perdonare”

Dalla corsa per Palermo, poi sfumata, all'Ars. Con molti sassolini nelle scarpe da togliere.
L'INTERVISTA A FRANCESCO CASCIO
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3 min di lettura

Dottore Cascio, primo dei non eletti dell’Ars, come si trova nella poltrona di amministratore unico di Sicilia Digitale?
“Benissimo, è una bella società con grandissimi margini di crescita che potrebbe garantire tutta la transizione digitale della Regione. Una fuoriserie al minimo dei giri a cui intendo dare un impulso decisivo”.

Certi amori non finiscono, etc etc… Francesco Cascio, medico, politico, forzista pluriennale, era tornato alla ribalta a causa del suo ex amico, Gianfranco Miccichè. Fu Gianfranco – si narra – a convincere Ciccio, con la prospettiva della candidatura a sindaco di Palermo. Le cose andarono male, personalmente in persona. Ma poi, ecco il rientro nel giro con la poltrona di Sicilia Digitale. Ciccio è nel cuore di Schifani che l’ha voluto lì. Gianfranco, invece… La conferma del suo ruolo di primo dei non eletti completa il quadro E non manca una battuta sul ‘noto ingresso’.

Ma lei che c’entra con il mondo digitale, scusi?
“Il mio compito è portare commesse e fare crescere la società. Per lo sviluppo c’è un’ottima squadra. Ma parliamo anche di digitale connesso alla Sanità, che è il mio mondo. Dunque, sono nel posto giusto”.

Non sarà stato un semplice contentino?
“Per niente. Ho maturato un’esperienza politica e il ritorno mi ha dato entusiasmo. Sono grato, come ho detto altre volte, al presidente Schifani che mi ha fatto un regalo che avrebbe anche potuto non farmi. Invece mi ha telefonato ed è stato gentilissimo”.

Ora, un’altra buona nuova per lei. E’ primo dei non eletti all’Ars, come ha stabilito la Commissione verifica poteri.
“Ero rimasto molto stupito dal ribaltamento. Ero certo di quei voti e mi sembrava strano che, nel riconteggio, io fossi l’unico a perdere consensi. E’ stata ristabilita la verità, sono soddisfatto”.

E un domani, fusse ca fusse
“Per ora non ci penso. La verità, come dicevo, è più importante”.

Si sente con Miccichè?
“No, l’ultima telefonata me l’ha fatta lui, ai primissimi di ottobre, il quattro, mentre ero con altre persone”.

Racconti…
“Mi diceva che avrebbe optato per il Senato e mi faceva le congratulazioni”.

Non è andata così.
“No, infatti. Gianfranco ha sbagliato completamente, l’ho detto e lo ripeto. Se fosse andato a Roma avrebbe messo la sua esperienza al servizio del partito e sarebbe stato un punto di riferimento nazionale per il presidente, così ha scelto di isolarsi per tentare la guerra contro Schifani. Sapevo che l’avrebbe persa e l’ha persa”.

Perché?
“Renato Schifani è la più autorevole personalità di Forza Italia in Sicilia, tra le più autorevoli in assoluto. Con lui siamo tornati a essere un polo d’attrazione importante”.

A proposito: cosa ne pensa dell’arrivo dell’onorevole Chinnici?
“La conferma che il partito attrae. Oggettivamente è una cosa dirompente, era la candidata del centrosinistra sei mesi fa. Braccia aperte a chi cambia idea e sposa le nostre. Meglio tardi che mai. Certo, mi rendo conto che i suoi ex compagni di viaggio la guarderanno diversamente”.

Siete ancora amici con Miccichè?
“Ma perché, ora la domanda la pongo io, secondo lei si è comportato da amico? Ho preso atto, come si dice. Comunque, sono uno che sa perdonare”.

Un pensiero per Berlusconi?
“Certo, seguiamo con molta emozione le vicende della salute del presidente. Lui ci ha scoperti e valorizzati. Non possiamo che volergli bene”. (rp)


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