LAMPEDUSA – Cento dei 747 migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa sono in fase di trasferimento, da contrada Imbriacola, verso il porto dove verranno imbarcati sulla nave Novelli della Capitaneria che farà rotta verso Pozzallo (Rg). Ieri, sull’isola, ci sono stati tre sbarchi con un totale di 102 migranti originari di Burkina Faso, Bangladesh, Gambia, Pakistan e Sudan. I gruppi – composti da 36, 41 e 35 persone – hanno dichiarato di essere salpati da Sfax, in Tunisia, e d’aver pagato da 1.500 a 2.500 dinari tunisini. (ansa)
Il saluto del questore
“Passerò con orgoglio la ‘festa del lavoro’ con donne e uomini della polizia che anche oggi prestano servizio facendo ognuno il proprio dovere con disciplina e onore come statuisce la nostra Costituzione per chi ha funzioni pubbliche. Non solo poliziotti, ma anche carabinieri, finanzieri, militari dell’Esercito e della Capitaneria, mediatori culturali, interpreti, volontari di turno, sanitari. Persone che oggi lavorano prestando soccorso, preidentificando, visitando, intervistando, accogliendo i migranti arrivati o in arrivo”. Lo ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, che è appena arrivato a Lampedusa.
“Al lavoro per il Paese”
“Con noi e per noi lavorano anche altri come i dipendenti e dirigenti della Prefettura che ad Agrigento anche oggi sono alla disperata ricerca di pullman o di mezzi per trasferire e smistare le tante persone, di tante diverse provenienze, nei centri di accoglienza e nelle case di cura in tutta Italia – ha aggiunto Ricifari – Oggi noi siamo qui, come in un giorno qualunque e come ieri domenica, a lavorare per il Paese. Non è banale, non è scontato dire loro ‘grazie’. Grazie a voi e alle vostre famiglie cui mancherete anche oggi. I nostri cari però sono abituati perché chi sposa o è genitore o figlio o compagno di uno di noi sa cosa facciamo, conosce i sacrifici e l’impegno e condivide con noi anche l’orgoglio di sentirsi utili per tutti, di lavorare per lo Stato che è fatto da tanti di noi. Siamo onorati di lavorare anche oggi – ha concluso Ricifari – . Lo siamo perché diamo così un segno del nostro ‘Esserci sempre’. Sono davvero onorato di servire con voi oggi. Grazie ragazzi”. (ansa).