PALERMO – La Cassazione ha respinto il ricorso. Il boss di Porta Nuova Francesco Mulè resta in carcere. Mulè era stato arrestato il 15 dicembre scorso e scarcerato due settimane dopo per un vizio formale. Il 6 febbraio la Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto una nuova ordinanza di custodia cautelare.
Gli avvocati Giovanni Castronovo e Marco Clementi hanno fatto ricorso non al Tribunale del Riesame, ma “per saltum” direttamente davanti ai supremi giudici sostenendo l’illegittimità del nuovo provvedimento cautelare.
Personaggio noto alle cronache giudiziarie. Francesco Mulè, che a Porta Nuova tutti chiamo “zio Franco”, ha riportato una condanna per mafia. Fu nominato capo decina da Salvatore Cangemi, successore di Pippo Calò alla guida del mandamento di Porta Nuova. Poi arrivarono gli ergastoli per gli omicidi di Francesco Perna (1967), Rosario Giaccone (1986), Simone Di Maria (1989). Aveva goduto di una legge, la Carotti, rimasta in vigore pochissimo tempo. Tanto quanto era bastato al 75enne killer di venire scarcerato dopo 23 anni trascorsi in cella. Per ultimo avrebbe ripreso il posto di comando al vertice della famiglia mafiosa di Palermo Centro. “Io sono un pensionato”, aveva detto nel corso dell’interrogatorio.