MESSINA- L’hanno chiamata “Dolce Vita” l’operazione del commissariato di S.Agata Militello che ha portato in carcere sette persone, agli arresti domiciliari altre sei, e disposto l’obbligo di dimora per un ultimo indagato. Venti, nel totale, gli indagati di un’operazione che ha smantellato – secondo gli inquirenti – un fiorente mercato della prostituzione che si svolgeva in tre locali della provincia messinese. Due a Torrenova, il “Dolce Vita” e il “Deja’-vu”, uno a Caronia, il ” Dubai Night”. Tutti ufficialmente circoli privati, tutti sequestrati perchè è da lì che. secondo indagini – partiva il giro di prostituzione. E che giro. Le ragazze, le più “brave” nel mestiere più antico del mondo, guadagnavano sino a 8/10mila euro al mese. Partendo da un base fissa di 250 euro a settimana, riuscivano, con provvigioni, a raggiungere lo stipendio di un dirigente di una grossa azienda.
E le provvigioni erano date, oltre che dalla perizia mostrata nel lavoro, anche attraverso il recupero clienti. Secondo quanto scaturito dalle indagini, infatti, le ragazze, sin dal pomeriggio, erano impegnate a contattare i “soci” dei circoli. Imprenditori di ogni parte della Sicilia ( molti i messinesi- hanno detto), uomini di ogni età, con cadenza quasi giornaliera, a sera erano intrattenuti nei privee dei club o in alberghi della zona. Qualcuno ci lasciava interi stipendi in quelle serate a luci rosse. Particolare curioso: facevano anche sconti comitiva i gestori del sesso a pagamento. Un lucroso giro d’affari dunque, quello attuato in due paesini del messinese. Un giro che- dicono gli investigatori” alle spalle aveva nomi noti del crimine organizzato. Come il presidente del club Dolce Vita,Vincenzo Galati Rando, coinvolto nel processo Mare Nostrum, o il direttore del Deja’-vu, Alessandro Olivieri, esponente del clan dei tortoriciani, già detenuto al carcere di Bologna. Referente per il Dubai Night di Torrenova, invece, Giuseppe Lo Re, ritenuto referente di Cosa Nostra palermitana per Santo Stefano di Camastra, come emerso nel corso della operazione Barbarossa. A fare scattare l’operazione Dolce Vita l’andirivieni di ragazze dai vari locali. Le stesse che erano viste rientrare alle sei,le sette del mattino.
Da qui l’indagine. Un agente, nascosto all’interno di un grosso scatolone posto in prossimità di un albergo della zona, filma, attraverso una fessura, l’arrivo delle lucciole in compagnia di uomini e, successivamente, l’uscita. Circa 700 i nomi sul registro soci dei tre club.
Le 14 persone arrestate sono accusate di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Questi i nomi degli arrestati. Giuseppe Lo Re, Dimitrova Gueorguieva, Francesco Alessandrino, Vincenzo Galati Rando, Jevgenia Hamhodera, Alessandro Olivieri, Claudio valentino Sanfilippo Tabò. Per questi indagati è stato disposto il carcere.
Arresti domiciliari per: Vincenzo Seimila, Emanuele Dilati,Andfrea Galati Rando, Carmen Georgiana Gheorghiu, Sebastiano Calà Lesina e Carmelo Marino