PALERMO – Otto voti a favore e una sola astensione che però rischia di diventare un caso politico. La delibera con cui la giunta comunale di Palermo ha approvato l’accordo con la Cvs, società che gestiva il locale “La Cuba” di Villa Sperlinga e che ha aperto un contenzioso Palazzo delle Aquile, non è passata all’unanimità: una circostanza singolare, visto che solitamente gli atti ricevono disco verde da tutti i componenti della squadra del sindaco.
Il sindaco vota sì, la Dc si astiene
Eppure, su questa delibera in particolare, le cose sono andate diversamente: Roberto Lagalla, la vice Carolina Varchi e altri sei assessori hanno detto sì, specie dopo la dichiarazione di voto favorevole dell’ex rettore che ha spinto sull’atto, mentre il titolare della delega alle Attività produttive, Giuliano Forzinetti (nuova Dc), fatte alcune osservazioni, ha dichiarato l’astensione. Una scelta che non è passata inosservata in una giunta riunita alla presenza degli uffici e del presidente del consiglio comunale.
Il braccio di ferro con la società
La vicenda è nota: il locale fu chiuso nel 2020 per problemi strutturali, gli stessi problemi su cui la Cvs aveva chiesto al Comune (propritario dell’immobile) di intervenire. Ne è scaturito un braccio di ferro con tanto di richiesta danni da 700 mila euro, salvo arrivare ora a un accordo: l’amministrazione darà una nuova concessione per 12 anni, in cambio i privati si occuperanno di rimettere a nuovo la struttura e perfino di pulire la vasca storica della villa.
Forzinetti: “Si poteva approvare a settembre”
“Ovviamente sono felice che una struttura produttiva possa essere riqualificata e riaperta ai palermitani – dice Forzinetti a Livesicilia – e gli uffici del Suap, come sempre, daranno il massimo supporto affinché ciò avvenga. Mi sono astenuto dalla votazione della delibera perché c’era un contenzioso importante con una dinamica complessa che a mio avviso meritava maggiore approfondimento, penso che se fosse stata approvata a settembre non sarebbe cambiato nulla”.
Perplessità riferite anche al parere della Ragioneria generale che è sì favorevole, ma in qualche modo “condizionato”: gli uffici, infatti, hanno elencato una serie di criticità fra cui la mancanza di un parere dell’Avvocatura, di un cronoprogramma dei lavori e della mancata verifica della regolarità nel pagamento dei tributi. Parere a cui ha risposto il capo area del Patrimonio, Carmela Agnello, precisando che il parere dell’Avvocatura è arrivato (sebbene non figuri tra gli allegati all’albo pretorio), che il cronoprogramma potrà essere stilato solo dopo l’accordo, che sulla transazione c’è stato l’ok degli uffici e che l’importo dei lavori è stato ritenuto congruo da una commissione tecnica. Un soccorso istruttorio giudicato sufficiente dal sindaco e dalla giunta ma non da tutti e che, adesso, rischia di aprire un caso politico a piazza Pretoria.