Bilancio, Imu, debiti e Pec |I primi mesi di Sala delle Lapidi - Live Sicilia

Bilancio, Imu, debiti e Pec |I primi mesi di Sala delle Lapidi

Primo bilancio per il consiglio comunale di Palermo, che a quattro mesi dal suo insediamento si rivela più produttivo, veloce e meno costoso di quello eletto nel 2007. Ecco, numeri alla mano, perché.

i lavori del consiglio
di
3 min di lettura

Sala delle Lapidi

PALERMO – Bilancio, consuntivo, Imu, variante del tram, regolamenti e perfino l’impiego della Pec. Il consiglio comunale di Palermo supera il suo primo, vero esame e a quattro mesi dal suo insediamento può considerarsi promosso: Sala delle Lapidi, in poco meno di 120 giorni, è riuscita a scrollarsi di dosso l’etichetta di Aula mangia-soldi e ad approvare atti e delibere politicamente “pesanti”.

Un’impresa per niente facile, vista la terribile fama di cui piazza Pretoria ha goduto negli ultimi anni e che l’ha resa emblema di improduttività e sprechi fra sedute saltate, gettoni a pioggia e obiettivi falliti che finivano con l’allungare un ordine del giorno praticamente chilometrico.

I numeri, del resto, parlando chiaro. Dal giorno del suo insediamento, ovvero il 9 luglio, fino a tutto ottobre, per un totale di quasi 120 giorni, il consiglio comunale della quinta città d’Italia è riuscito ad approvare non solo il bilancio consuntivo ma anche quello di previsione, in tempi quasi da record (otto ore per la manovra del 2012) e senza dover ricorrere a commissari inviati dalla Regione. Un risultato per niente scontato, visto che l’ultimo bilancio Cammarata fu approvato per esempio dopo una maratona durata due giorni, a ridosso del Festino, con la sola interruzione di un’ora per la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Paolo Romeo. Celebrazione che i consiglieri, stremati dalla stanchezza, disertarono quasi in massa. Per non parlare degli innumerevoli commissariamenti. E da segnalare è anche l’approvazione quest’anno del consuntivo prima della manovra di previsione, cosa che potrebbe apparire scontata ma che negli ultimi anni non era mai avvenuta.

Ma su 226 atti approvati, fra delibere e mozioni, ci sono altre decisioni di peso come la variante del tram, l’approvazione del regolamento per l’Imu e la determinazione delle tariffe, con il raddoppio di quella sulla seconda casa, e i regolamenti fra cui quello per l’assegnazione dei fondi alle scuole, per non parlare di 190 debiti fuori bilancio e dell’adozione della Pec (la Posta elettronica certificata) per la convocazione dell’Aula, che ha permesso un enorme risparmio in carta, inchiostro, energia elettrica e messi notificatori. Basti pensare che l’ordine del giorno del vecchio consiglio arrivava a contare anche 70 pagine, consegnate a consiglieri, assessori, sindaco e circoscrizioni e tutte a mano per ogni singola seduta. Provvedimenti che, al netto delle valutazioni politiche, rappresentano comunque un piccolo traguardo. Specie se questi numeri si rapportano a quelli del precedente consiglio.

La vecchia Sala delle Lapidi, infatti, nello stesso periodo, ovvero dall’insediamento del due luglio alla fine di ottobre, aveva approvato 80 atti (contro i 226 attuali) di cui gli unici rilevanti erano l’approvazione del bilancio di previsione e 34 debiti fuori bilancio. Un paragone che pende tutto a favore degli attuali inquilini di Sala delle Lapidi, che “battono” i predecessori anche sul numero di sedute: 15 quelle nel 2012, di cui tre andate deserte, a fronte delle 26 del 2007, di cui cinque deserte.

A conti fatti, quindi, il nuovo consiglio comunale ha approvato più atti, in tempi più brevi e in meno sedute, con un risparmio anche sui gettoni di presenza: gli inquilini di piazza Pretoria sono costati, nei quattro mesi di quest’anno, 473.893,07 euro, ovvero ben 43.596,07 euro in meno del 2007 quando l’amministrazione ne sborsò 517.489,14.

Una celerità e una produttività sicuramente favorite dalla compattezza della maggioranza che è di fatto un monocolore Idv: ben trenta i consiglieri eletti nella lista di Antonio Di Pietro che costituiscono un’assicurazione di ferro per l’amministrazione Orlando. Ma a ben guardare, nel 2007, le cose non erano poi così diverse: l’allora sindaco Diego Cammarata, infatti, all’indomani della sua elezione poteva contare su una maggioranza composta sì da sei partiti (per un totale di nove liste che conquistarono un seggio), ma anche da 31 consiglieri. Praticamente uno in più dell’attuale maggioranza.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI