Palermo, vecchi boss e "riservati" traditi dalla cimice nel casolare

Vecchi boss e “uomini riservati” traditi dalla microspia nel casolare

L'anziano Pietro Badagliacca
Al via il processo alla famiglia di Mezzomonreale

PALERMO – Ci sono cognomi noti alla cronaca giudiziaria e altri che lo sono diventati lo scorso gennaio, il giorno del blitz dei carabinieri. Allora smisero di essere degli insospettabili. Inizia oggi l’udienza preliminare per undici imputati. Farebbero parte della famiglia mafiosa di Mezzomonreale.

“Uomini d’onore riservati”

Ci sono Pietro, Gioacchino e Angelo Badagliacca. Zio e nipoti. Gioacchino fu inserito nel gruppo di fedelissimi che nel 2003 accompagnò Bernardo Provenzano, alias Gaspare Troia, in una clinica a Marsiglia per operarsi alla prostata. Pietro Badagliacca ha già scontato 14 anni in carcere per mafia. Nel maggio 2022 c’era stata una lite in famiglia. Per dirimere la faccenda avrebbero coinvolto Antonino Anello, 82 anni, rimasto fuori dai radar investigativi. Eppure veniva definito “amico nostro” e in maniera più esplicita “uomo d’onore”.

Fino al blitz sconosciuti erano i fratelli Pasquale e Michele Saitta, di un decennio più giovani di Anello. Si occupavano di vino e alimentari. Decisiva è stata una microspia piazzata dai carabinieri nella casa di campagna di Michele Saitta a Butera, nel Nisseno. Qui i Badagliacca fecero la pace, anche se il più anziano avrebbe fatto a meno di dare soddisfazione ad Anello. “… perché non lo voglio scannaliare chissà questo esce folle”: Pietro Badagliacca temeva che Anello si pentisse.

“Ti chiedo scusa in ginocchio”

L’invito di Saitta a Gioacchino Badagliacca era di smussare i toni: “… tu devi sentire quello che ti dice Pasquale Saitta… quando ti dice: buttiamo tutte cose a mare… ti chiedo scusa in ginocchio… ti chiedo perdono in ginocchio… se lui da quello che è come figura e ad ottant’anni per giunta… si sottomette a te a chiederti scusa… hai capito? Cioè… se lui ti dice ‘vieni qua nipote, abbracciamoci, chiudiamola… ti bacio le mani, mi metto in ginocchio’ … cioè, tu devi stare zitto… ti devi solo abbracciare a tuo zio, che si è reso conto… nel dritto e nel torto.. a chiedere scusa e perdono… te lo dovevi abbracciare e basta”.

Completano il quadro degli imputati davanti al giudice Ivana Vassallo: Giovanni Cancemi, Davide Giambanco, Angelo Lazzara, Silvestre Maniscalco e Marco Zappulla.


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