Montante, l'Udc e il Sole 24 Ore |Se il voto logora Crocetta - Live Sicilia

Montante, l’Udc e il Sole 24 Ore |Se il voto logora Crocetta

L'Udc prima, Confindustria poi: nelle ultime ore su Rosario Crocetta sono piovute critiche da alleati e da ambienti ritenuti a lui vicini. È anche l'effetto delle Politiche, che vedono i partiti della sua coalizione schierati su fronti avversi. E che forse porteranno dopo febbraio a un primo tagliando della coalizione, magari con un rimpasto di governo

PALERMO – Era difficile pensare che la campagna elettorale nazionale non avrebbe avuto ripercussioni in Sicilia. La strana coppia che sostiene Rosario Crocetta, formata da Pd e Udc, si trova divisa a livello nazionale, in due coalizioni contrapposte, quella guidata da Pierluigi Bersani e quella che fa riferimento a Mario Monti. E tra le due anime della maggioranza (o meglio minoranza, visti i numeri dell’Ars) crocettiana, l’aria da campagna elettorale si è già fatta sentire almeno in un paio di occasioni.

Non è passato inosservato, per esempio, il commento gelido di Gianpiero D’Alia alla dura presa di posizione di Crocetta sulla vicenda Muos di Niscemi. “Sul Muos noi siamo col ministro Cancellieri”, ha detto il leader dei casiniani, prendendo in qualche modo le distanze da Crocetta. Le uscite di venerdì scorso del presidente della Regione non sono piaciute in casa Udc, ma le dichiarazioni del sabato, con le quali Crocetta ha espressamente detto di non volersi mettere in rotta di collisione con gli americani, hanno gettato acqua sul fuoco, facendo rientrare il caso. Poche ore prima, un’altra vicenda aveva creato tensione nei rapporti tra il governatore e l’Udc. I centristi, infatti, non sembrano aver gradito troppo le nomine dei manager della Sanità, almeno a leggere le dichiarazioni di Marco Forzese, deputato Udc e presidente della prima commissione dell’Ars, che ha accostato Crocetta a Lombardo, parlando di “fame di potere” e di “scelte effettuate in totale autonomia senza minimamente confrontarsi con le istituzioni che sino adesso hanno garantito l’assoluto appoggio e lealtà nei confronti del Governo regionale”.

Nelle stesse ore, si è fatto notare anche un altro attacco a Crocetta, quello del Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria ha assunto una posizione incalzante nei confronti del governatore: “Non è più il momento degli annunci ad effetto, è il momento di agire”, ha scritto il giornale economico. Parole che hanno avuto un seguito in un’intervista a La Sicilia del presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, che ha chiesto a Crocetta di liberarsi dei “pupari nascosti”. E dire che proprio la Confindustria di Montante era stata ascritta, in campagna elettorale, nel novero dei big sponsor del neo-governatore. Ma adesso forse qualcosa è cambiato. Non è un segreto, e lo stesso Crocetta lo ha ricordato commentando l’articolo del Sole, che almeno una parte della Confindustria guardi con simpatia all’operazione elettorale guidata da Monti e che sia in qualche modo vicina al progetto politico dell’ex presidente di Confindustria Luca di Montezemolo. Nelle liste siciliane, due candidati piazzati ai primissimi posti nella lista montiana provengono dal mondo confindustriale: Ettore Artioli, già vice di Montezemolo, e Andrea Vecchio, per anni al vertice dell’associazione dei costruttori edili. E anche un altro dirigente confindustriale, il palermitano Rosario Basile, è sceso in campo nella coalizione montiana, messo in lista dall’Udc.

Insomma, l’impressione è che la campagna elettorale stia portando con sé delle scosse di assestamento nelle geometrie politiche isolane. Per quanto si sia ancora all’inizio, è difficile immaginare che non ne arrivino altre. Resterà da capire se il tutto si limiterà a qualche schermaglia di posizionamento, visto anche nel dopo-voto, le strade del centrosinistra e dei montiani potrebbero rincontrarsi.

C’è poi il capitolo legato alla scomposizione dei partiti in campagna elettorale. Lo sganciamento della gran parte dei deputati regionali di Grande Sud, che si starebbero avvicinando via Tabacci al centrosinistra, porterà all’Ars a un allargamento della coalizione governativa. Che però richiederà con ogni probabilità anche un riequilibrio in termini di poltrone. E infatti nel Palazzo si parla già di un possibile rimpasto di governo all’indomani del voto nazionale.


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