ROMA – E’ finito in carcere il pubblico ministero di Roma Roberto Staffa, per concussione, corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio. I reati contestati sarebbero legati a favori in cambio di sesso.
A incastrare Staffa sarebbero stati filmati, microspie e intercettazioni. Le riprese mostrerebbero il magistrato insieme ad alcuni trans, nel suo ufficio al quarto piano della palazzina B della procura della Repubblica. Secondo l’accusa i transessuali accettando le avances del pm, sarebbero riusciti ad ottenere informazioni sui procedimenti in cui erano indagati. Il pm avrebbe anche avuto un rapporto con una donna che, in questo modo, avrebbe ottenuto un permesso per un colloquio con un familiare in carcere. I rapporti sarebbero andati avanti per un anno e mezzo, fino a quando un trans avrebbe raccontato, nel corso di un’operazione antiprostituzione, cosa gli era capitato all’ufficio del quarto piano.
In serata il ministro della giustizia, Paola Severino, ha indicato agli ispettori di chiedere alla procura di Perugia, gli atti sul caso Staffa per valutare le iniziative disciplinari. L’intrerogatorio di garanzia si terrà venerdì. L’ufficio del magistrato è stato perquisito nella giornata di ieri dagli investigatori.