La sanità siciliana ha i nuovi direttori generali e manager di aziende sanitarie e ospedali, già notissimi, per ruolo e incarichi, a chi, da anni, si occupa delle cronache del settore. Ora che ‘sono stati fatti’ – verrebbe da dire – non resta che fare una sanità siciliana senza i disagi di sempre. L’obiettivo più difficile. Forse, quasi impossibile.
“Dare una nuova stabilità alla sanità pubblica regionale e abbattere le liste di attesa – ha detto il presidente della Regione Renato Schifani – sono due dei principali impegni assunti dal mio governo sin dal suo insediamento e stiamo lavorando concretamente in questa direzione”.
Poi, ha aggiunto: “Introdurre, tra gli obiettivi dei nuovi manager, il pieno rispetto del Piano regionale approvato dalla giunta nel luglio dell’anno scorso, pena la revoca dell’incarico, servirà a garantire ai pazienti tempestività di accesso alle cure”. Un auspicio di normalità.
Ne prendiamo atto, ricordando che la partita delle nomine si è conclusa dopo le continue incursioni di un giocatore su tutti: la politica dei calcoli e delle forze in campo. La conferma del canovaccio si è avuta, non casualmente, soltanto con la conclusione delle elezioni europee: dettaglio non marginale. Questo percorso accidentato lo abbiamo raccontato a più riprese.
Nel frattempo, il paziente siciliano ha continuato a confrontarsi con antichi e nuovi problemi, nonostante l’annunciata buona volontà. Il contesto, secondo l’esperienza quotidiana, resta estremamente disagevole, come può testimoniare chiunque debba affrontare i percorsi pubblici della cura, spesso simili a un calvario. Abbiamo fatto i manager? Facciamo (proviamo a fare) la sanità.