AGRIGENTO – Il gup del tribunale di Palermo, Lorenzo Chiaramonte, ha disposto 10 rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Breaking bet che avrebbe sgominato un giro di giochi illegali per favorire le famiglie mafiose di Licata, Campobello di Licata e Campobello di Mazara (Trapani).
A chiedere di mandare a processo gli indagati sono stati i pm Gianluca De Leo e Ludovica D’Alessio. La prima udienza, davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, è in programma il 28 ottobre.
L’indagine Breaking bet
Il personaggio principale dell’inchiesta sulla mafia delle scommesse è Vincenzo Corvitto, 50 anni di Licata, finito in carcere lo scorso 8 novembre quando scattarono i domiciliari per altri 5 indagati e per 4 furono emessi provvedimenti interdittivi da attività imprenditoriali e professionali.
Corvitto è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: la Dda, in particolare, gli contesta di avere messo a disposizione di Cosa nostra i posti di lavoro delle sue aziende per avere, in cambio, il sostegno per estendere le sue attività fino a operare in regime di monopolio. In questo modo, sostiene l’accusa, avrebbe contribuito al rafforzamento delle cosche dell’Agrigentino e del Trapanese, territori dove operava.