Palermo, le agenzie di scommesse con i "pannelli" della mafia

Agenzie di scommesse con i “pannelli” della mafia e il canale con Napoli

Il racconto del collaboratore di giustizia

PALERMO – Le agenzie di scommesse spuntano come funghi in città. Dietro insegne lecite si nascondono spesso i “pannelli” gestiti dalla mafia.

Mafia, scommesse e soldi

Con il gioco fanno soldi anche a Porta Nuova dove a gestire gli affari sarebbero stati Pietro Pozzi e Leonardo Marino, sotto il controllo del capomafia Tommaso Lo Presti, soprannominato “il lungo”. Il pentimento di Filippo Di Marco mise in allarme Pozzi: “Ora ci mettono sotto intercettazione”. Tanto che voleva “andarsene” perché “con questo ci andiamo ad ammazzare”.

Nel frattempo accettò il consiglio di Stefano Comandè di “spostare tutte cose”. Comandè sarebbe stato uno dei fedelissimi di Lo Presti e dell’ex latitante Giuseppe Auteri. Avrebbe preso in mano la gestione del gioco quando Pozzi fu arrestato.

Ecco come Di Marco ha descritto il sistema delle scommesse: “Pietro Pozzi e Leonardo Marino fornivano i pannelli. Piero rifornisce le agenzie dei pannelli che servono per lo scommesse. Se uno apre un’agenzia deve prendere il pannello da Piero. Il pannello è il sito per fare giocare. L’insegna è una ma di contrabbando usano il pannello imposto”.

Sei agenzie sotto il controllo mafioso

In particolare, il collaboratore ha citato “sei agenzie” che farebbero capo a Giuseppe Minnella, indagato nell’ultima inchiesta che ha portato all’emissione di ventinove ordinanze di custodia cautelare. C’è un canale diretto fra la Sicilia e la Campania. Sempre Di Marco ha spiegato che Pozzi e Marino “sono andati a Napoli… per droghe e fumo e anche per il pannello perché i referenti erano di Caserta“.

Era accaduto che “quelli di Partinico volevano chiudere i pannelli per problemi con la finanza. Allora hanno preso contatti con Caserta. Il contatto con Napoli lo avevano perché il fratello di Leo, Giovanni Marino ha la compagna lui stesso a Napoli”.

Le agenzie di Minnella erano una base operativa. Qui faceva spesso capolino Marino: “In fondo ci sono dei cassetti e nell’ultimo cassetto c’è un’azienda nera in cui sono scritti dei numeri di telefono. A volte prendeva questa agenda e si appartava a chiamare. Questo lo faceva Leo”.


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